A Bruxelles si apre oggi una sessione del Consiglio europeo e dell’Eurosummit che si preannuncia decisiva su temi importanti quali il via libera alla riforma del Mes, la trattativa sul Next Generation Eu e il Recovery Fund, che ha lo scopo di rilanciare l’economia dell’Unione dopo la pandemia. Sul tavolo c’è una proposta tedesca che potrebbe superare il veto di Polonia e Ungheria che blocca l’intero bilancio Ue. Sullo sfondo, il difficile negoziato con Londra in vista della Brexit. Ai lavori parteciperà il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ieri ha tenuto le sue comunicazioni al parlamento superando la scivolosa prova del voto sul Mes. Domani, venerdì 11 dicembre, si terrà invece nel pomeriggio la sessione di lavoro dell’Eurosummit. Ma vediamo nel dettaglio i principali appuntamenti. Recovery: spiragli di intesa con Ungheria e Polonia. Durante il Consiglio europeo, gli Stati cercheranno una soluzione per attuare l’accordo faticosamente raggiunto a luglio tra il parlamento europeo, la Commissione e il Consiglio sul Recovery Fund, dopo l’opposizione di Polonia e Ungheria che minacciano di mettere il veto sull’intero bilancio Ue (che include il Recovery Fund) perché contrarie al meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto. Nel caso in cui ci sia un’approvazione a 25 e non a 27, l’accordo non includerebbe l’approvazione del bilancio pluriennale Ue, e quindi dal prossimo 1 gennaio l’Unione si troverebbe in esercizio provvisorio.
Nelle ultime ore, tuttavia, sono emersi spiragli d’intesa sulla base di una proposta avanzata dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, che punta alla mediazione. Fonti diplomatiche europee fanno sapere che la presidenza tedesca ha messo sul tavolo un testo che “interpreta giuridicamente” il meccanismo di tutela dello stato di diritto e che determinerebbe “la sospensione della procedura” contro i Paesi accusati di non rispettare l’indipendenza della magistratura “finché la Corte europea di giustizia non si pronuncia”.
La proposta della presidenza tedesca “risponde alle preoccupazioni di tutti” in merito al meccanismo di tutela sullo stato di diritto. Il documento “non tocca una virgola dell’accordo tra il Parlamento europeo e il Consiglio Ue”, assicurano le stesse fonti: l’erogazione dei fondi resterebbe quindi condizionato al rispetto dello stato di diritto, ma grazie a una dichiarazione politica allegata alle conclusioni del Consiglio europeo, si darebbe un margine di manovra ai paesi membri riconoscendone la sovranità. La bozza dunque, verrebbe incontro alle richieste di Budapest e Varsavia, senza snaturare, almeno formalmente, il rispetto delle regole europee in materia di democrazia.
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