E' il Papa stesso ad aver confermato ai suoi circa 200 nunzi apostolici - convocati in Vaticano dieci giorni fa - che al momento non vuole fare nessun viaggio a Kiev e preferisce aspettare tempi migliori per avere più possibilità di portare avanti il dialogo con Mosca. Durante l'incontro ha aggiunto, che per fortuna il male al ginocchio di cui soffre da tempo lo aiuta ad accampare delle scuse plausibili per spostare in avanti il viaggio in Ucraina. Questa indiscrezione sul colloquio a porte chiuse avvenuto in Vaticano con i rappresentanti diplomatici della Santa Sede, e confermato da diverse fonti, ha iniziato a circolare dopo che sul volo di ritorno dal Kazakhstan ha annunciato che il suo prossimo viaggio internazionale sarà in Barhein, a novembre e che è allo studio un progetto per i primi mesi dell'anno prossimo di tornare in Africa, in Congo e Sud Sudan.
La gonalgia di cui soffre al ginocchio costringe Francesco ad organizzare trasferte che comprendono una agenda di impegni istituzionali non così fitta come avveniva nel passato, anche se la formula che è stata trovata - e testata sia in Canada che in Kazakhstan – dimostra di essere sufficientemente accettabile visto che non sembra limitarlo troppo negli spostamenti. E' stato, infatti, introdotto l'uso della carrozzina, per salire in aereo si fa uso di un ascensore, il cerimoniale è stato ritoccato e a causa di questa limitazione fisica resta spesso seduto e limita lo sforzo di camminare in pochissime occasioni. Il modulo nuovo dei viaggi papali in pratica ha dimostrato che Francesco se vorrà potrà continuare a girare il mondo, portare la sua voce agli ultimi, predicare il Vangelo attraverso visite apostoliche internazionali.
Durante il volo verso Nursultan, la capitale kazaka, Francesco ha anche voluto percorrere l'intera lunghezza del corridoio dell'aereo con il bastone, camminando lentamente, senza l'ausilio di alcun supporto per salutare come ha sempre fatto i giornalisti. A metà percorso le fitte al ginocchio erano però evidenti e si capiva da come si muoveva che si stava sottoponendo ad un grandissimo sforzo di volontà. Una giornalista vedendolo tanto affaticato gli ha sussurrato: Santità forse non si dovrebbe sforzare così tanto. Francesco un po' stizzito le ha risposto che era, invece, una cosa che bisognava fare: «Voi lavorate tanto e non vi risparmiate mai e anche io devo farlo. E poi non sono così disciplinato come era Giovanni Paolo II che seguiva sempre il consiglio dei medici». Un'altra giornalista, mentre passava, le ha suggerito: «Santità forse lei si dovrebbe operare» ma non ha avuto alcuna replica, il Papa ha tirato dritto.
.............. dall'articolo di Franca Giansoldati per IlMessaggero.it