C'è l'Europeismo, con la maiuscola, che è una cosa seria, ed è lo sforzo teso a far sì che il processo di integrazione comunitaria si compia, non negando ma affrontando le difficoltà. E c'è poi l'europeismo, quello con la minuscola, che è lo spirito di conservazione di una certa ideologia da conventicola, che tratteggia la questione comunitaria come un salotto con selezione all'ingresso. Pare di coglierne un soffione, di questo europeismo minuscolo, nella classifica stilata da «Politico.eu». Si tratta di una rivista online molto addentrata nell'establishment brussellese. Ebbene, al primo posto dei «Distruttori» colloca il Presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni.
«Sta facendo di tutto per presentarsi come non minacciosa», scrivono a descrizione del loro ranking. E ancora, «ciò che rende Giorgia Meloni diversa dagli altri euroscettici è il chiaro percorso che ha tracciato verso la rispettabilità mainstream, specialmente a Bruxelles», argomentano ripercorrendo gli ultimi posizionamenti politici che l'hanno vista salire alla guida dell'ECR, partito conservatore europeo. Par di cogliere, nella prosa traversata da un sottile rigagnolo velenoso, la convinzione che anche le scelte inequivocabilmente filo occidentali della leader di Fratelli d'Italia, non ultima l'adesione alla linea della di Casa Bianca e Nato sulla Guerra in Ucraina siano da annoverare più alla tattica che ad un serio percorso. Evidentemente, ai valutatori col ditino alzato, non è bastato nemmeno il filo del confronto allacciato negli ultimi mesi tra la famiglia conservatrice e la Commissione Europea, che ha avuto come scaturigine pratica l'elezione di un vicepresidente dell'Europarlamento.
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dall'articolo di Pietro Di Leo su IlTempo.it