Forza italia ANSA RICCARDO ANTIMIANINel partito in crisi di voti e di idee sono tutti contro tutti, mentre Berlusconi cerca di tenere unita la baracca promettendo un futuro congresso.  Dopo il pessimo risultato ottenuto alle elezioni europee del 26 maggio e quello quasi altrettanto cattivo delle amministrative, Forza Italia si trova in quello che fino a oggi è il più grave dei ciclici momenti di crisi e scontro che si verificano tra i suoi dirigenti, e non sono pochi quelli che ipotizzano una scissione del partito già nelle prossime settimane e una sua definitiva implosione nel prossimo futuro. Le ragioni della crisi del partito sono piuttosto chiare: pessimi risultati elettorali, assenza di una leadership chiara, fuga di dirigenti e amministratori locali verso partiti di maggior successo o comunque in ascesa, come Lega e Fratelli d’Italia.

Lo scontro nasce dal fatto che diversi dirigenti sostengono di avere la soluzione per rimediare a questa situazione, e minacciano l’un l’altro di abbandonare il partito per creare una nuova formazione se i loro suggerimenti non saranno adottati.

Berlusconi, indebolito dagli acciacchi di salute e dai cattivi risultati elettorali, e apparentemente non più in grado di esercitare un saldo controllo sul partito, ha cercato di incanalare queste insoddisfazioni in una “nuova fase”, una strategia che ha spesso seguito negli ultimi anni, quando sembrava che stesse per perdere il controllo del partito. A metà giugno ha annunciato che un gruppo di dirigenti inizierà a riunirsi sotto la sua supervisione per preparare un nuovo statuto del partito e avviare una fase congressuale che potrebbe concludersi con primarie per la scelta del nuovo leader (o più precisamente di un “vice-leader”, visto che, almeno a parole, tutti i possibili contendenti assicurano la loro lealtà a Silvio Berlusconi e la volontà che continui a guidare il partito).

Il principale tra questi aspiranti successori di Berlusconi è il presidente della Liguria Giovanni Toti, ex giornalista di Mediaset, che sabato 6 luglio riunirà a Roma i suoi sostenitori in un evento che, secondo alcuni, potrebbe segnare la sua definitiva uscita dal partito. Toti ha iniziato la sua carriera politica come uno dei molti “eredi designati” dallo stesso Berlusconi (come Angelino Alfano e, per un breve momento, l’imprenditore Stefano Parisi). A differenza degli altri, però, da quando è stato eletto presidente della Liguria nel 2015, Toti è riuscito a crearsi una base di consenso personale, sia mediatico che all’interno di Forza Italia. Tra i vari leader del partito, Toti è quello più vicino alla Lega di Matteo Salvini e a Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni (di cui alle ultime elezioni ha appoggiato diversi candidati, anche in conflitto con quelli indicati dal partito). Toti ritiene che Forza Italia dovrebbe spostarsi a destra, uscendo dal PPE, il partito dei moderati europei di centrodestra, e presidiare, per conto di una coalizione di centrodestra con la Lega, l’area elettorale formata da imprenditori e liberi professionisti istruiti e benestanti che preferiscono non votare partiti così radicali.

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dall'articolo di IlPost.it 

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