Il presidente russo sulle relazioni con l’Occidente: «Apprezziamo l’impegno dell’Italia per rafforzare la reciproca comprensione nell’area euro-atlantica. Silvio Berlusconi è un politico di statura mondiale. Vladimir Putin è pronto a resettare le relazioni della Russia con l’America di Donald Trump per riavviare il dialogo bilaterale su un’ampia agenda strategica. Di questo tema il presidente della Federazione russa ha parlato con il capo della Casa Bianca nel corso del loro recente incontro in margine al vertice del G20 in Giappone. Putin, oggi in Italia per una visita di Stato, ha accettato di rispondere per iscritto alle domande del Corriere. Il leader del Cremlino vorrebbe abolire le contro-sanzioni che colpiscono pesantemente l’export italiano, ma ricorda come queste siano state una risposa a decisioni prese «da tutti i Paesi della Ue», compresa, naturalmente, l’Italia. Si aspetta che il nuovo presidente ucraino Zelensky faccia passi concreti per attuare gli accordi già presi e avviare un effettivo processo di pace.
Nega interferenze nelle elezioni europee e apprezza le posizioni di Matteo Salvini sulla Russia. Per quanto riguarda i rapporti con gli Stati stranieri, fa sempre riferimento ai leader regolarmente eletti, «a prescindere dalla loro appartenenza politica». Il presidente russo conferma la sua grande stima per Berlusconi, che considera «un politico di statura mondiale».
I rapporti tra Russia e Italia sembrano positivi. Il nostro governo è tra i pochi in Europa a spingere per una revisione delle sanzioni. Eppure noi siamo quelli che patiscono maggiormente il blocco a vari beni di consumo che il suo governo ha deciso come contromisura. Non sarebbe un gesto verso una possibile distensione se la Russia, unilateralmente, iniziasse ad abolire le contro-sanzioni?
«Con l’Italia abbiamo veramente rapporti particolari, collaudati dal tempo. È stato messo a punto un dialogo basato sulla fiducia con la sua dirigenza. Viene costantemente condotto un lavoro congiunto nella sfera politica, economica, scientifica ed umanistica. Noi apprezziamo molto questo capitale di reciproca fiducia e di partenariato. Certamente abbiamo tenuto conto di questo fatto. E non avevamo il desiderio di estendere le limitazioni ai legami economici con l’Italia. Ma il punto è che nel prendere le misure di risposta — contro le sanzioni illegittime introdotte — non potevamo agire in modo selettivo perché altrimenti ci saremmo imbattuti in problemi nell’ambito dell’Organizzazione mondiale del commercio. Aggiungo che le decisioni sull’introduzione delle sanzioni contro la Russia sono state adottate dalla Commissione europea e per esse hanno votato tutti i Paesi dell’Ue. Sottolineo, tuttavia, che le misure russe assumono un carattere parziale e non ci impediscono nel complesso di sviluppare con successo lo scambio di investimenti e una cooperazione produttiva. Così, nessuna azienda italiana se n’è andata dal mercato russo. Al recente Forum economico di San Pietroburgo sono stati siglati contratti bilaterali promettenti nei settori industriale, del petrolio, del gas e nel petrolchimico. Per quanto riguarda, invece, l’abolizione delle sanzioni, il primo passo lo deve fare chi le ha promosse, ossia l’Unione Europea. Allora la Russia potrà cancellare le misure di risposta adottate. Contiamo che alla fine il buon senso prevarrà, che l’Europa si lascerà guidare anzitutto dai propri interessi e non da suggerimenti altrui. E noi potremo sviluppare per il reciproco beneficio una collaborazione a tutto campo mirata al futuro».
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dall'articolo di Fabrizio Dragosei e Paolo Valentino per Corriere.it