Soglia confermata a 5mila euro per le cartelle esattoriali da stralciare, ma nel periodo 2000-2010, anziché fino al 2015, e solo per chi non supera i 30mila euro di reddito. È la soluzione su cui si è trovata una mediazione per il varo del decreto Sostegni di Draghi. Il costo della misura si aggirerebbe sui 300 milioni. Draghi ammette: “Sì, è un condono”. L’accordo raggiunto prevede anche la promessa di procedere alla revisione del meccanismo di controllo e di discarico dei crediti non riscossi. Una soluzione che, però, scontenta Lega e Forza Italia. Che sulla rottamazione hanno provato ad alzare la posta spingendosi a chiedere di alzare la soglia fino a 10mila euro. Ma niente paura. Da quanto si apprende, sull’accordo “al ribasso” la partita non è chiusa. E la questione sarebbe destinata a riaprirsi in Parlamento. Azzurri e leghisti non intendono mollare la presa. Inizialmente previsto per le 15, poi slittato alle 16, il Consiglio dei ministri, chiamato a varare il decreto Sostegni, è iniziato solo alle 18,30.
Colpa del braccio di ferro tra i partiti proprio sul tema della cancellazione delle vecchie cartelle che si sarebbe consumato a margine. La delegazione della Lega, che si è riunita al Mise prima del Cdm, avrebbe chiesto una soluzione “non al ribasso” e avrebbe ventilato anche la possibilità di non partecipare al Consiglio. L’ipotesi messa punto in questi giorni dai tecnici del governo prevedeva la cancellazione delle cartelle 2000-2015 fino a 5mila euro.
Ipotesi spinta appunto da Lega, FI e parte del M5S. Ma l’idea è stata bocciata dall’ala sinistra della maggioranza contraria a condoni mascherati. Il Pd, nel corso del confronto di ieri, si è detto pronto ad accettare un intervento sulle cartelle purché “mirato e chirurgico”. Intenzione dei dem ridurre l’arco temporale per la cancellazione e porre limiti di reddito per i beneficiari della sanatoria. Che è poi la linea che è passata.
Un regalo da 300 milioni agli evasori fiscali
Mario Draghi, da parte sua, ammette che è un condono sebbene provi a ridimensionarne la portata: “è un condono ma di multe di oltre 10 anni fa”. E ancora: “Sarà limitato a una piccola platea, sotto un certo reddito e forse con minore disponibilità economica. Avrà impatti molto molto limitati”. Del resto qualcosa, dice il premier, non ha funzionato se nei magazzini si sono accumulati così tanti atti, ecco perché si rende necessaria una riforma del meccanismo di riscossione.
E sull’impuntatura della Lega? “Tutti i partiti entrati in questo governo – dichiara – hanno bandiere identitarie, si tratta ora di chiedersi quali di queste abbiano un senso e a quali si possa rinunciare senza fare un danno alla propria identità e all’Italia”. Bisognerà vedere se leghisti e azzurri hanno realmente intenzione di ammainarle e di non provare a piantarle nel corso del cammino parlamentare del decreto, intenzionati come sono ad allargare al massimo le maglie della “pace fiscale”.
Articolo di Raffaella Malito per LaNotiziaGiornale.it