cambi a camera e senatoDalla prima seduta del 23 marzo 2018 Camera e Senato appaiono diversi: fioccano i nuovi simboli, dai Verdi agli Europeisti. Hanno cambiato casacca 125 deputati e 65 senatori. Il Movimento ha perso circa un terzo degli eletti, guadagna la Lega. Tutto si trasforma, mentre si creano e si distruggono maggioranze e simboli: è la legge che regola il moto perpetuo del Parlamento. Tre anni sono passati — e tre governi — dalla prima seduta di Camera e Senato, il 23 marzo 2018. Affacciandosi oggi in quelle stesse aule, il quadro appare assai mutato: diversi parlamentari — per essere precisi 125 deputati e 65 senatori — hanno cambiato casacca; alcuni partiti, la Lega su tutti, hanno ingrossato le truppe, altri, a cominciare dai 5 Stelle, le hanno viste ridursi; e poi sono state le stesse formazioni a cambiare.

Cambio Senato eCamera 24032021 110029A ciascuno il suo gruppo

Qualche simbolo ha finito di esistere, in Aula e fuori. Come il «petaloso» Civica popolare — la peonia che ricordava tanto una margherita — fondato da Beatrice Lorenzin per il voto del 2018 e archiviato un anno dopo. Lei adesso è nel Pd. Ma per un fiore che muore, altri sono pronti a sbocciare. La nuova creatura che più ha fatto rumore è ovviamente la renziana Italia viva, nata in vista del Conte II. Il simbolo di Carlo Calenda, Azione, ha affiancato +Europa di Emma Bonino. Giovanni Toti ha fatto esordire il suo Cambiamo!, con parlamentari ex azzurri. Ma non solo, nel sottobosco del gruppo misto si sono create e disfatte così tante componenti — alcune «sartoriali», cucite addosso a uno, due, tre parlamentari — che è difficile dare conto di tutte. Certe possono pure andare e venire nel giro di qualche mese, tanto che nessuno, quasi, se ne accorge se non i loro fondatori. Come Silvia Benedetti, Salvatore Caiata e Catello Vitiello, tre deputati espulsi dal Movimento che nell’aprile 2019 hanno deciso di costituire una formazione affiliandosi — come richiesto dai regolamenti parlamentari — a una lista che aveva corso alle elezioni politiche (ma senza successo), 10 Volte meglio. Una lista, sia chiaro, della quale loro, eletti con il Movimento, non avevano mai fatto parte. Prima della fine del 2019, comunque, il simbolo 10 Volte meglio scompare dagli elenchi di Montecitorio (per inciso Benedetti è nel Misto, Caiata con FdI e Vitiello con Italia viva). Tra gli ultimi nati si segnalano invece L’alternativa c’è, casa dei grillini contrari al governo Draghi, e Facciamo Eco-Federazione dei Verdi, formazione a trazione ambientalista che vede coinvolti Rossella Muroni (da Leu) e l’ex ministro Lorenzo Fioramonti (cliccando sulla parte destra del grafico dei passaggi, per ciascun gruppo, si vedrà da dove provengono deputati e senatori). «Abbiamo costruito un sistema parlamentare dove il gruppo misto è un paradiso», tuonava Enrico Letta nel giorno dell’elezione a segretario del Pd, chiedendo una riforma dei regolamenti di Camera e Senato contro il trasformismo.

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dall'articolo  di Renato Benedetto  per Corriere.it 

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