Dopo aver incassato il via libera ai licenziamenti e lo stop al cashback decisi dal governo Draghi, la Lega – in perfetta sintonia con il sentire di Confindustria, delle destre e dei renziani – ritorna alla carica per cancellare un’altra conquista del M5S: il Reddito di cittadinanza. Poco importa che l’Istat abbia certificato che la misura ha evitato in piena pandemia una catastrofe sociale. “Rivedere e ripensare il reddito di cittadinanza credo sia un’urgenza dei prossimi mesi – ha detto Matteo Salvini – ho espresso al presidente del Consiglio Mario Draghi il nostro punto di visita, cioè che il Reddito va rivisto, ripensato e ricalibrato perché non crea lavoro ma lo allontana. Io reintrodurrei anche i voucher. Meglio un lavoro pagato e a tempo che un non lavoro”. Una dichiarazione improvvida quella del leader leghista che cade nel giorno in cui la Caritas rileva che la pandemia da Covid, con le chiusure e le restrizioni imposte per contenere il virus, ha lasciato nella Lombardia di Salvini quasi 80 mila persone in condizioni di povertà. IL PUNTO. Secondo il report i più penalizzati dalla pandemia sono stati i lavoratori con impiego irregolare, fermo a causa del Covid, i dipendenti in attesa di cassa integrazione e, per l’appunto, le persone in difficoltà economica in attesa del Reddito di cittadinanza. Al leader leghista risponde Rossella Accoto (M5S), sottosegretaria al Lavoro: “Il senatore Salvini – dice – non conosce cosa sia la povertà, vede la difficoltà economica come una macchia e per lui il Reddito di cittadinanza è una erbaccia da estirpare. Una visione distorta che non ha corrispondenza con la realtà del Paese. L’idea di una Italia ad uso e consumo di ricchi e industriali”.
“Il Reddito di cittadinanza – aggiunge Accoto -, una delle più grandi conquiste sociali del nostro Paese, un baluardo contro l’indigenza e una molla per rilanciare l’inclusione sociale ed il lavoro, dev’essere salvaguardato negli anni a venire. Esiste un comitato che sta lavorando per una sua messa a punto ma parlare di ripensarlo interamente è fuori luogo. I fondi necessari per il suo funzionamento non si toccano, lo ribadisco anche per i dirigenti di Confindustria che a mezzo stampa parlano di dirottarli altrove; il presidente Draghi sa bene quanto sia importante e il ruolo fondamentale che ha rivestito nell’ultimo anno pandemico”.
I pentastellati, peraltro, rispediscono al mittente l’idea di rimettere in circolazione i voucher. “Dimostrando totale disprezzo per la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori, il leader della Lega si è nuovamente detto favorevole alla reintroduzione dei voucher. Glielo diciamo subito: qualsiasi ipotesi di ritorno a un passato fatto di precarietà e flessibilità sfrenata troverà la ferrea opposizione del M5S”, affermano in una nota i senatori pentastellati in commissione Lavoro. Che ricordano quanto disse nel 2016 Tito Boeri quando era presidente dell’Inps: “Sembrerebbe esserci un fenomeno di datori di lavoro che usano i voucher in maniera disonesta, per evitare un controllo o per pagare solo in parte le ore di lavoro”. Tradotto: i voucher incentivano il lavoro nero.
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