Chissà cosa si aspettano gli esagitati che da giorni ingolfano i social invocando la rottura definitiva tra Conte e Grillo. Sulle pagine de La Notizia ne stiamo contando moltissimi, in gran parte però mai visti prima. Non è che tra questi tifosi della scissione ci stanno simpatizzanti di destra, di Renzi e del sistema contro cui si è sempre battuto il Movimento? Il sospetto è serio, anche perché se il garante e l’ex premier prenderanno strade diverse, Draghi con le Confindustrie varie e i partiti di complemento avranno campo ancora più libero per smontare quanto di buono è stato fatto dai due governi precedenti. Di questo sono consapevoli i 19 senatori 5S che ieri hanno firmato un appello a ricomporre la frattura interna. Esattamente come lo sono altri 10 senatori che hanno ritirato la firma dal documento più divisivo della prima ora. Segnali che hanno spinto Grillo ad affidare a un comitato la valutazione delle modifiche statutarie proposte da Conte, sospendendo così anche il voto per il direttorio. Dunque siamo davanti a un’apertura che più grande non si può, e che a meno di decisioni già prese dall’ex premier, non possono che spingere tutti a parlarsi e – con buone possibilità – ad andare avanti insieme. Se così sarà, nessuno avrà un ruolo più decisivo della comunità 5S, che non dovrà fare l’errore di soffiare sul risentimento o sulle parole dal sen fuggite. Mai quanto adesso l’unità è un valore, e invece di andare dietro ai pessimi consiglieri che hanno soffiato sul fuoco, chi tiene a Conte e al Movimento non può che sperare in un lungo percorso ancora insieme.
Articolo/editoriale di Gaetano Pedullà per LaNotiziaGiornale.it