Anche la previsione che consente al Parlamento di individuare i criteri di priorità dell'azione penale, per il capo in pectore del M5s, è da modificare: "Conosciamo i rapporti difficili del passato tra politica e magistratura, meglio lasciare l'obbligatorietà". Il leader leghista: "Parliamo con il premier, a noi va bene il testo approvato dal Consiglio dei ministri, ad altri no". Atteso a breve l'esito della mediazione. Ore decisive per la trattativa tra partiti e Governo sulla riforma del processo penale. In via Arenula, al ministero della Giustizia, si è concluso un incontro tra la ministra Marta Cartabia e i capigruppo dei partiti di maggioranza in Commissione Giustizia, con la partecipazione dei sottosegretari Anna Macina (M5s) e Francesco Paolo Sisto (Forza Italia). A quanto riferiscono diversi partecipanti, però, non si è parlato del nodo principale della riforma, ovvero dell’improcedibilità dopo due anni in Appello e uno in Cassazione (salve alcune eccezioni). È stato invece intavolato un esame tecnico degli altri emendamenti presentati dai gruppi, con il parere del governo che, a quanto pare, è contrario su tutti. Si attende che la mediazione sulla prescrizione possa concludersi a breve: “Il tempo stringe, già se ci si arriva domani è tardi”, spiega una fonte parlamentare vicina al dossier. L’arrivo del disegno di legge in Aula alla Camera infatti è previsto tra due giorni, venerdì 30 luglio.
Salvini: “Accettiamo proposte di Draghi, non dei Cinque stelle” – Dall’altra parte, Matteo Salvini si preoccupa di specificare che “noi accettiamo le proposte di Draghi, non dei Cinque stelle. Perché c’è questa ossessione col M5s? Noi parliamo con il presidente del Consiglio, a noi va bene il testo approvato dal Consiglio dei ministri, ad altri no. Vediamo. C’è Giulia Bongiorno (responsabile Giustizia del Carroccio, ndr) che sta lavorando in questi minuti sia con il ministro Cartabia che con il presidente Draghi. Lavoriamo per risolvere, mi sembra che centinaia di emendamenti li abbiano presentati i Cinque stelle, non noi”, ha detto a margine dell’incontro con il premier avuto questa mattina. Prima, il governatore leghista del Friuli-Venezia Giulia Massimiliano Fedriga aveva espresso lo stesso concetto: “Penso che il Consiglio dei Ministri abbia votato all’unanimità un testo che ha trovato la condivisione di tutti. Colpi di coda successivi sono mirati a destabilizzare“, ha detto a margine di un incontro a Trieste.
L’ex premier: “Cambiare la riforma è battaglia di tutti gli italiani” – L’obiettivo imprescindibile del Governo è ottenere il sì di Montecitorio prima della pausa estiva, per poter spendere il risultato nelle sedi europee. Ma Conte, al primo banco di prova da leader pentastellato, non ha intenzione di cedere senza aver portato a casa almeno l’esclusione dall’improcedibilità – dopo due anni in Appello e uno in Cassazione – dei reati di mafia e terrorismo. E ora apre anche un nuovo fronte, quello dei criteri di priorità dell’azione penale. “Continuiamo ad attendere che si realizzi l’esito di questo confronto. Adesso ci sono anche i pareri del Csm, compreso quello chiesto dalla ministra sul complesso della riforma, che verranno discussi dal plenum. È un ulteriore contributo tecnico che ci serve per mettere a fuoco le criticità che anche noi abbiamo segnalato. Non è una battaglia del M5s, è una battaglia di tutti gli italiani che hanno a cuore i valori della legalità, della giustizia, dell’antimafia, dell’anticorruzione”, spiega il presidente pentastellato in pectore.
...................
dall'articolo di F. Q. per IlFattoQuotidiano.it