genere usare maschile o femminileChe genere usare, maschile o femminile, quando ci si rivolge a un gruppo di uomini e di donne? A sorpresa il tedesco Pen Zentrum ha scelto il maschile. Ma scrittrici e scrittori che hanno votato sono già indietro con i tempi e con il politically correct. Dovrebbero sapere che due generi non bastano, ci sono molte altre varianti, e sono stati battuti dalla Lufthansa, che ha cambiato il suo tradizionale saluto ai passeggeri prima del decollo: abolito il sorpassato «signore e signori», per non dover perdere tempo elencando tutte le possibii varianti, ha scelto un banale «clienti».

La signora Boldrini, molto attenta al problema, avrebbe delle difficoltà con il tedesco, che non ha solo maschile e femminile, ma anche il neutro. Una terza forma che agli stranieri appare scelta a caso. Secondo la logica, dovrebbe essere neutro un oggetto inanimato. Specchio, ad esempio. Invece è der Spiegel, maschile, come il settimanale. A proposito della stampa, con che genere citare i giornali in italiano? Io scrivo la Frankfurter Allgemeine Zeitung, perché Zeitung è femminile. Altri colleghi preferiscono «il», che per me suona male.

Il primo ostacolo che incontrai quando cominciai a studiare la lingua di Frau Angela fu: ma perché mai ragazza, Mädchen, è neutro? Sono mica folli? Il paziente professore mi spiegò che era un neutro perché era un diminutivo, come indica il suffisso «chen», da Magd, giovane donna. Anche Fräulein, signorina, è neutro, diminutivo di Frau, donna e signora. Ma a partire dagli anni settanta è stato abolito. Se non vuole avere guai, il professore che si rivolge alla studentessa quindicenne non deve chiamarla signorina, ma Frau, signora, anche se gli verrà da ridere. E, ovviamente, mai con un paterno e familiare «Mein Mädchen», ragazza mia. Il ridicolo è stato evitato da anni, dalle giovani signore, che di solito ti rispondono: mi chiami Anne, o Beate, o Christiane. Invece, un paio d'anni fa, per seguire la moda, a Lipsia è stato deciso che bisognerà rivolgersi con «Frau» ai professori della locale università, anche se hanno baffi e barba. Spero che la norma non venga rispettata.

I tedeschi, giustamente, non gradiscono che in italiano, con eccessiva familiarità, si citi la loro cancelliera con Frau Angela. Loro, al rispetto, ci tengono. La formula corretta sarebbe Frau Doktor Bundeskanzlerin Angela Merkel, che è un compromesso. Doktor, dottore, perché la signora è laureata, non diventa dottoressa o, peggio ancora, dottora. A Bundeskanzler, come chiede la signora Boldrini, viene aggiunto il suffisso femminile «in», e diventa cancelliera.

Il genere crea problemi politici e poetici nella traduzione tra le nostre lingue. La luna che seduce gli innamorati è maschile, der Mond, e il sole è femminile, die Sonne. Come tradurre i nostri romantici sonetti o le canzoni degli anni cinquanta? Guerra è maschile, der Krieg, come la morte, der Tod. La nostra patria può essere tradotta con il neutro, das Vaterland, oppure con il femminile die Heimat. Per la prima si muore in battaglia, la seconda è la piccola patria, il luogo dell'infanzia, o quello del primo amore, e se ne può avere più di una.

Per tornare ai tutori della lingua del Pen Zentrum, in tutto erano ottocento con diritto di voto, avevano diverse scelte: il maschile, come di solito si usa, per rivolgersi genericamente a tutti, ad esempio, Liebe Leser, cari lettori, oppure usare anche subito dopo il femminile, und Leserinnen, e care lettrici. Oppure l'orrendo asterisco, utile solo nella forma scritta: «Liebe Leser*innen».

Gli scrittori maschi, come era prevedibile, hanno votato in maggioranza per mantenere il generico maschile rivolto a tutti, signore, signori, omosessuali e lesbiche, trans e così via. Ma la sorpresa è che il maschile è stato preferito anche dalle scrittrici, sia pure con una ridotta maggioranza. In un altro sondaggio tra i dipendenti del Goethe Institut, i due terzi hanno votato per mantenere il generico maschile. Un collaboratore dell'Istituto di Cultura, in un paese asiatico, ha ammonito: «Se prevarranno le nuove regole di genere, nessuno vorrà più imparare il tedesco, che di generi ne ha già tre».

Articolo di ItaliaOggi.it 

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