Terremoto 2016, viaggio tra rassegnazione e incertezza: “Ogni giorno ti alzi e speri di poter andar via dal prefabbricato”. A Tolentino 120 nei container con bagni in comune. “Nelle Sae ogni mattina, quando ti alzi, speri sempre di poter andar via“. A parlare al Fattoquotidiano.it è Vincenza Pala, terremotata di Pescara del Tronto, una delle frazioni del comune di Arquata del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, tra le più colpite dalle scosse del 24 agosto – Ma non hai mai questa risposta, sono quattro anni che non arriva”. Come lei tanti concittadini sono in attesa di risposte. La piccola frazione, infatti, è stata totalmente rasa al suolo, e solo da poco si parla di ricostruzione, con ogni probabilità non distante dal vecchio abitato. Un luogo che per molte persone, però, ancora significa sofferenza. “Non c’è niente di certo – spiega ancora la signora Pala – Io non mi arrendo, vado avanti, ma né le istituzioni né il comune né la Regione ci hanno dato certezze”. Per i terremotati, sottolinea ancora Vincenza, che per anni ha gestito l’unico bar della frazione, “ci sono solo vincoli”.
“Per esempio io non posso scegliere di ricostruire fuori dal territorio del comune, perderei ogni contributo – insiste – Né posso rinunciare alla Sae, perché perderei in questo caso l’eventuale contributo per un’altra sistemazione”. Insomma un limbo nel quale, come confermano diversi abitanti della zona Sae di Pescara del Tronto, si va avanti giorno per giorno, senza poter fare programmi.
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dall'articolo di Martina Milone per IlFattoQuotidiano.it