La partenza è stata immediata. È stata sufficiente la debole fiducia concessa dal Senato all'esecutivo per aprire le fughe, le cacce al posto, le dimissioni, insomma quelli che, con espressione per nulla piacevole però comprensibile nell'agitato sommovimento della politica, sono chiamati riposizionamenti. Ci si colloca dove si ritiene più opportuno, più gradevole, per qualcuno (pochi, in verità) più idealmente vicino.  Succede perfino un unicum: per la prima volta dal 2013 il M5s segna un arrivo, dopo perdite di eletti a decine. Servirà poco, anche per la conclamata incapacità di Giuseppe Conte di reggere il movimento. Ha già destato attenzione l'abbandono di Fi da parte di due ministri: Mariastella Gelmini e Renato Brunetta. Non bisogna stupirsi.  Gli addetti ai lavori attribuivano a Mara Carfagna il passaggio al centro, se così vogliamo esprimerci, già due anni addietro, quando ad attenderla era Carlo Calenda, agli esordi con Azione. Non sarebbe una novità: si rammenti Beatrice Lorenzin, azzurra doc, passata con gli scissionisti di Angelino Alfano e progressivamente aperta a sinistra, fino all'elezione nel centro-sinistra (2018) e alla trasmigrazione nel Pd. Anche Andrea Cangini, sostenitore della fiducia a Draghi, lascia i berlusconiani.

Aspettiamoci altri mutamenti, specie per chi tenterà nuove formazioni, che dovranno servire a unire sigle oggi rimaste distinte. L'assenza di tempo prenderà alla gola i centristi di vario colore, costretti ad affrettare operazioni che avrebbero volentieri rinviato all'autunno, sperando anzi in elezioni quasi estive. C'è chi spera nei sondaggi e quindi nel centro-destra vittorioso; c'è chi punta sulla presunta (e duratura) contrarietà alla caduta del gabinetto Draghi.

..................

dall'articolo di Marco Bertoncini  https://www.italiaoggi.it/news/e-scattato-in-politica-il-si-salvi-chi-puo-2570944


You have no rights to post comments