Un sondaggio realizzato da Termometro Politico tra il 19 e il 21 luglio, presenta un quadro molto distante da quello esposto dal presidente del Consiglio in Senato, e dalla quasi totalità della stampa italiana. Per quanto riguarda le intenzioni di voto, aumentano i consensi FdI e Pd. “Siamo qui, in quest’aula, oggi, a questo punto della discussione, perché e solo perché gli italiani lo hanno chiesto“. Mario Draghi, nel suo discorso mercoledì 20 luglio in Senato, lo ha ribadito con forza. Proseguire e ridare fiducia all’esecutivo era una richiesta esplicita della maggioranza dei cittadini. Appello che non poteva e non doveva essere ignorato, ribadiva la quasi totalità di giornali e tv puntando l’attenzione su manifestazioni pro- premier (non proprio partecipatissime e piene di bandiere di partito), lettere di sindaci e appelli da parte di alcune categorie come quella degli autotrasportatori, con tanto di pagina a pagamento sui giornali. Ma era realmente così? Secondo Termometro Politico, in realtà, il quadro è molto diverso.
Un sondaggio realizzato proprio in quei giorni, tra il 19 e il 21 luglio, presenta un quadro molto distante da quello esposto dal presidente del Consiglio e dalla stampa. Per il 54,6% dei 3.900 cittadini intervistati, infatti, Draghi doveva lasciare il suo ruolo di premier: per il 41,5% perché stava governando male ed era giusto che se ne andasse, mentre per il 13,1% visti gli ostacoli posti dal quadro politico. Solo il 31,2% voleva che proseguisse perché “stava facendo un buon lavoro” mentre il 12,5% era favorevole nonostante la poca fiducia nutrita nei suoi confronti. Proprio su questo punto il 42,7% del campione ha fiducia in Draghi, ma a non gradirlo è il 56,9% degli intervistati. Ovviamente si tratta di sondaggi, ma in questo caso il campione intervistato (con metodo CAWI, cioè un’indagine condotta on line), è abbastanza significativo, considerando che solitamente molti altri sondaggi si basano su un campione tra gli 800 e 1.000 intervistati.