L'ex premier giura di aver "messo i soldi" già otto anni fa, quando ancora non era stato istituito il Fondo nazionale per la programmazione degli interventi che arriverà solo l'anno seguente. E per vedere la prima parte del milione di euro assegnata alla Regione toccherà aspettare il 2019. Cinque anni dopo per avere 321mila euro da destinare alla "Sistemazione del Fiume Misa", come confermano i decreti del Commissario straordinario e i giudici contabili, che nel 2019 scrivono: "Il Fondo non ha raggiunto ad oggi l’obiettivo per il quale era stato creato". “I soldi il governo Renzi li ha messi nel 2014, se avessimo fatto le opere immediatamente, oggi non piangeremmo la situazione com’è”. Lo va ripetendo da giorni, Matteo Renzi, dopo che il 15 settembre l’alluvione ha colpito le Marche e la piena del fiume Misa ha causato undici vittime. Non è la prima volta e il leader di Italia Viva torna al precedente di otto anni fa, quando il premier in carica era lui: “Quando c’era stata l’alluvione stanziammo 45 milioni e il fatto che ci sia stata la chiusura della nostra ‘unità di missione’ ha allungato i tempi. Avevamo messo i soldi, ma il progetto è stato fatto nel 2020, troppo tardi perché così il cantiere apre nel 2022″. I conti però non tornano e di quei 45 milioni nel 2014 non c’è traccia. Intanto perché i soldi per la progettazione degli interventi stanno in un fondo che nel 2014 ancora non esiste. E poi perché il milione di euro destinato alle Marche viene approvato appena nel 2018 e un anno dopo non siamo che al 30 per cento dell’erogazione. Lo dice la Corte dei Conti in una relazione sul contrasto al dissesto idrogeologico del 2019. Certo, ai fondi per la progettazione corrisponde una stima delle opere da realizzare, ma quella fatta da Renzi non trova riscontro nemmeno nelle carte della Regione, dove la cifra è 1o milioni. Che se la sia inventata?
.......... dall'articolo di Franz Baraggino | 20 Settembre 2022 per IlFattoQuotidiano.it