Faib-Confesercenti, Fegica, Figisc-Confcommercio ufficializzano lo stato di agitazione della categoria: "Vogliamo ristabilire la verità". Previsto anche un presidio sotto Montecitorio. Era solo un’ipotesi, adesso arriva la decisione: i benzinai annunciano due giornate di sciopero a fine mese. Il 25 e il 26 gennaio, pertanto, distributori chiusi in Italia per protestare contro le scelte e l’atteggiamento del governo. Per i gestori quella messa in atto dall’Esecutivo è una vera e propria “ondata di fango“: “Aumenta il prezzo dei carburanti e scarica la responsabilità sui gestori”, protestano le associazioni di categoria. Immediata la replica del ministro dei Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani: “Quando si parla di speculazioni sul prezzo della benzina naturalmente non si parla del povero gestore delle pompe”. Ciriani così fa riferimento così a generiche “speculazioni internazionali” sui prezzi. Ma le dichiarazioni dei membri del governo e le decisioni assunte negli scorsi giorni, facevano sempre riferimento al contrasto ai “furbetti” responsabili dell’aumento dei prezzi.
Giorni fa il Mef comunicava che il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, aveva dato mandato alla Guardia di Finanza di monitorare eventuali fenomeni speculativi sui prezzi dei carburanti su strade e autostrade. ”C’è qualcuno che fa il furbo“, aveva dichiarato Matteo Salvini commentando il caro benzina. A puntare il dito contro le “speculazioni” era stato anche il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin. Ma allora, a chi si riferivano? Anche il decreto varato dal governo sembrava andare verso una direzione: l’obbligo per ogni distributore di mostrare un cartello con il prezzo medio stabilito dal ministero dell’Ambiente ogni giorno e il rafforzamento delle sanzioni.
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dall'articolo de IlFattoQuotidiano.it