Leader autoritari. Cartelli del petrolio. Speculatori finanziari. Multinazionali e imprenditori privi di scrupoli. Il mondo si ferma, ma dietro c'è chi si muove nell'ombra per guadagnare potere e miliardi. Sono in pochi, una piccola minoranza, quelli che guadagnano dal coronavirus. Ma non deve confortare: più sono in pochi, più ci guadagnano. Mentre l’Europa, gli Stati Uniti, pian piano tutto il mondo si ferma di fronte all’emergenza sanitaria del Covid-19, come sempre c’è qualcuno pronto ad approfittare della catastrofe. Sciacalli, si è detto dei malfattori di piccolo calibro subito spuntati come dopo i terremoti. Il governatore della Lombardia Attilio Fontana li ha chiamati «squali», e non si riferiva a furfanti di periferia o alle truffe in Rete. Multinazionali di beni introvabili, grandi speculatori dei mercati, leader della terra che, oscurate le loro questioni, tentano di affossare il nemico in difficoltà. A qualcuno è andata bene, altri ci hanno provato ma vengono loro stessi soverchiati dalla pandemia. Qualche bandierina, in ogni caso, è stata piantata.
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Se lo stop dell’economia reale è evidente in queste settimane, lo è altrettanto che gli umori dei mercati dipendono dalle frasi estorte ai politici. Le impennate dei listini sono conseguenti alle loro promesse su quanto esige la finanza, i crolli viceversa ai dinieghi. Con la conseguenza che, nella disperazione, la politica rincorre i mercati, fino a sottomettersi al ricatto. Qualcuno, il solito 1%, guadagna cifre stratosferiche: la scorsa settimana il più grande fondo speculativo al mondo Bridgewater ha puntato 14 miliardi di dollari sul crollo delle Borse europee, lucrando sull’emergenza: per l’esattezza, più di 5 miliardi sul calo di società quotate francesi, quasi 5 contro grandi aziende tedesche, 2 miliardi contro società spagnole e italiane e 1,7 miliardi contro delle olandesi.
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