Congresso Usa, temendo la possibilità che il presidente stia spianando la strada a una guerra, è pronto a fermare Trump: allo studio mosse dal blocco della vendita di armi al divieto di uso di fondi federali. L'Iran tenta di uscire dall'accerchiamento, nel pieno della crisi nel Golfo dell'Oman, e convoca l'ambasciatore britannico per respingere le accuse di aver attaccato le due petroliere. Ma nel frattempo i sauditi, acerrimi nemici di Teheran, premono per una "risposta rapida e decisiva", evocando i rischi di un rallentamento delle forniture di petrolio.
Dopo gli americani e i britannici, anche i sauditi infatti accusano apertamente l'Iran di aver attaccato le due petroliere nel Golfo dell'Oman. Lo afferma il principe ereditario Mohamed bin Salman in un'intervista al quotidiano panarabo Asharq al-Awsat. "Il regime iraniano - ha detto il principe - non ha rispettato la presenza a Teheran del premier giapponese, anzi ha risposto ai suoi sforzi di mediazione attaccando le due petroliere, una delle quali era giapponese".
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dall'articolo di ALBERTO CUSTODERO per Repubblica.it