isis e coronavirusLamberto Giannini, direttore del Comitato analisi antiterrorismo a La Stampa: "Chiedono alle donne di combattere, epidemia ritenuta punizione per i Paesi infedeli".  Il mondo è concentrato sulla pandemia, ma non bisogna mai abbassare la guardia contro il terrorismo. Non può farlo nessuno, in primis l’Italia. È il messaggio che, in un’intervista a La Stampa, manda Lamberto Giannini, direttore del Comitato analisi antiterrorismo. Pochi mesi fa l’Isis aveva definito il Coronavirus un “soldato di Allah”. Il prefetto spiega che il pericolo principale sono i lupi solitari e perché l’epidemia è strumentalizzata dagli estremisti islamici:

 

Viene ritenuta una punizione divina per i paesi “infedeli”, con istruzioni per attaccare le forze dell’ordine impegnate in prima linea per far rispettare le regole tipo quelle del lockdown e la circolazione delle persone. Al momento, inoltre, c’è una novità importante nell’arruolamento dei soldati del Califfo

 E la novità è l’invito alle donne a combattere. Sull’Italia Giannini dice:

 

Spesso vengono postati sul web foto di luoghi di alto valore simbolico, tipo il Vaticano e il Colosseo, anche con fotomontaggi che ritraggono questi siti presidiati da Mujhaidin, ma si tratta per lo più di attività di propaganda.

 

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