Un anno prima di iniziare a parlare di brogli elettorali Trump aveva cominciato ad assumere un team di avvocati provenienti soprattutto da tre importanti studi (Consovoy McCarthy, Jones Day, King and Spalding ) e a reclutare migliaia di volontari: quelli provenienti da Stati non in bilico (come la California, New York o l' Illinois) sono stati inviati nelle zone «calde» e istruiti sui cavilli elettorali locali. A luglio la campagna ha annunciato la formazione di una coalizione chiamata «Lawyers for Trump»: nella lista, alcuni dei più famosi attorney general (presenti e passati) di Stati repubblicani e noti avvocati conservatori (Leonard Leo, Carrie Severino, Ed Meese) oltre ai legali personali del presidente (Rudy Giuliani, Will Consovoy, che lo ha difeso sulle tasse contro il procuratore di New York). E naturalmente c' è Jay Sekulow, in prima linea durante l' impeachment e il Russiagate. È il più gigantesco sforzo legale mai intrapreso in vista delle elezioni dal partito repubblicano, con ai vertici un team di 20 persone - tra cui Justin Riemer - che si coordinano con la campagna di Trump e con quelle dei candidati alla Camera e al Senato. Non solo i repubblicani hanno iniziato prima del voto a scrivere ricorsi da presentare ai tribunali dopo l' Election Day, ma hanno da tempo avviato battaglie nei tribunali, per esempio per impedire che fossero accettate nei giorni successivi le schede elettorali spedite entro il 3 novembre.
Anche il partito democratico ha centinaia di legali, con il doppio delle forze schierate nel 2016. Coinvolte celebrità come Walter Dellinger e Donald Verrilli, che furono rispettivamente solicitor general (l' avvocato che rappresenta il governo federale davanti alla Corte Suprema) sotto la presidenza di Bill Clinton e di Barack Obama. Li coordinano Bob Bauer, ex avvocato alla Casa Bianca di Obama, e Dana Remus che lavora a tempo pieno per la campagna di Biden. Ci sono l' ex ministro della Giustizia Eric Holder e, naturalmente, Marc Elias dello studio Perkins Coie, già al fianco di Hillary Clinton nel 2016 e di John Kerry nel 2004.
Elias, bestia nera dei repubblicani, ha un seguito di 180 mila follower su Twitter: è l' avvocato che ha ottenuto dalla Corte Suprema che in Pennsylvania vengano accettate le schede pervenute per posta fino a tre giorni dopo il voto.
Entrambi i campi fanno riferimento al precedente del 2000 Bush v. Gore davanti alla Corte Suprema. Vent' anni fa Barry Richard, che rappresentò Bush nella causa sul riconteggio in Florida, ricevette una telefonata la mattina dopo le elezioni: gli chiesero di mettere insieme una squadra.
Oggi è diverso, era tutto previsto. La presenza di tanti legali e le accuse di brogli da parte dell' attuale presidente rendono ancor più litigiosa e caotica la situazione. Trump ha insistito perché Amy Coney Barrett, la giudice da lui nominata alla Corte Suprema dopo la morte di Ruth Bader Ginsburg, venisse confermata in fretta, notando che sarebbe stato importante avere un nono giudice per decidere eventuali dispute elettorali.
Articolo di V.Ma. per il “Corriere della Sera” da Dagospia.com