malformazioni inquinamento bambini malatiDalla Toscana all'Emilia Romagna, passando per la Lombardia: nel nostro paese sono diversi i territori che superano il limite massimo del 2 per cento per le malformazioni congenite. E le ragioni vanno ricercate nei (troppi) disastri ambientali. TPI pubblica i dati inediti.  Gli agenti inquinanti sono depositi di materiale radioattivo, centrali a biomasse o biogas, cartiere e pesticidi nelle acque sopra i limiti consentiti. Lo scotto da pagare per la loro presenza, invece, sono percentuali inquietanti di neonati con malformazioni congenite. È questo il quadro descritto dai dati inediti – di cui TPI può dar conto – messi a disposizione dalle Ats di Milano, Bergamo, Val Padana, Insubria, Pavia e dalle Fondazione Toscana Gabriele Monasterio e il Registro Toscano Difetti Congeniti. Dati che sono stati elaborati da Alberto Zolezzi, medico pneumologo, parlamentare del M5S e componente della commissione Ambiente, e dalla sua equipe scientifica. 

 La regione Toscana, assieme a molti altri comuni dell’Emilia Romagna e alle principali province della Lombardia (tra cui Bergamo, Lodi e Milano) si scoprono culle velenose in grado di inficiare la salute delle popolazioni locali e, di conseguenza, dei futuri nascituri. “È bene ricordare che secondo il Network Europeo dei Registri delle Malformazioni Congenite (Eurocat), accreditato dall’International Clearinghouse for Births Defects Surveillance and Research dal 1995, il limite massimo su un territorio per le malformazioni congenite è il 2 per cento. Limite massimo che in Pianura Padana ed Emilia-Romagna è abbondantemente superato in moltissimi Comuni”, svela Zolezzi.

Toscana

Nel caso dell’area circostante la frazione Barberino Val d’Elsa, nella città metropolitana di Firenze, per esempio, dal 2012 al 2017, la presenza di pesticidi – più volte segnalata dall’Isde (l’Associazione Medici per l’Ambiente) – come il Boscalid, il Dimetomorf o il Fluopicolide (fungicidi usati in certi tipi di colture e per controllare malattie come la peronospora della patata) nella Diga Migliorini, ovvero la principale fonte di approvvigionamento di acqua potabile del paese, ha reso la zona un fenomeno clinico. Il numero di neonati affetti da malformazioni, infatti, oscilla attorno al 10 per cento del totale delle nascite. Per intenderci: un bambino su dieci a Barberino Val d’Elsa potrebbe nascere con malformazioni congenite più o meno gravi.

Un bilancio allarmante visti i soli 4mila abitanti risiedenti nel paese, che aggregato ai bollettini sanitari dei limitrofi San Gimignano, Tavernelle Val di Pesa Colle Val d’Elsa completano uno spaccato che lascia poco spazio all’immaginazione. “La situazione è drammatica, in vista anche della letteratura scientifica che riguarda l’esposizione cronica ai pesticidi”, afferma Patrizia Gentilini, medico oncologo ed ematologo, nonché rappresentante Isde. “Assorbendoli dall’acqua, dagli alimenti e dal contatto, siamo giunti oggi a parlare di esposoma, ovvero il fenomeno per cui entriamo in contatto con questi elementi sin dalla nascita. Il risultato è la diminuzione dei meccanismi di riparazione dei danni al Dna, che si traduce in più vulnerabilità alle malattie tumorali, a quelle neurologiche, degenerative e per i bambini in un rischio triplicato di autismo”.

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dall'articolo di Pietro Mecarozzi  per TPI.it 

 

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