Il Comitato tecnico scientifico consiglia di averlo perché può essere un campanello d'allarme per Covid-19. Vediamo come si usa e perché è così importante. E' di poche ore fa la raccomandazione del Comitato tecnico scientifico di tenere tutti in casa un saturimetro insieme al termometro a casa. Ma cos'è e come funziona questo strumento e perché è così utile nella lotta al coronavirus? Come purtroppo abbiamo imparato in questi mesi, la Covid-19 è una malattia che colpisce le capacità respiratorie dell'essere umano. Il saturimetro può funzionare proprio come campanello da allarme. Può cioè stabilire se abbiamo urgente necessità di trattamenti medici altamente specializzati e di un ricovero. A cosa serve il saturimetro. Il saturimetro, infatti, misura la cosiddetta saturazione, ossia il grado di saturazione di ossigeno dell'emoglobina presente nel sangue arterioso periferico. Tecnicamente la sigla è “SpO2” e sapere quali valori di ossigeno abbiamo nel sangue può salvarci la vita e farci capire se abbiamo una polmonite in corso. In base alla percentuale rilevata dal dispositivo è possibile capire come stanno lavorando i nostri polmoni. Generalmente il valore normale è del 95%. Al di sotto di questo valore viene diagnosticata la cosiddetta ipossiemia.
Ci sono vari stadi di questo disturbo e più peggiorano e più si complica lo stato di salute del soggetto a cui viene misurata. Se la percentuale va dal 94 al 91%, lo stato di ipossiemia viene considerato lieve. La situazione si complica nel momento in cui la percentuale oscilla tra il 90 e l'86%. In quel caso viene considerata media. La situazione risulta grave ed è necessario ricorrere a trattamenti altamente specialistici nel momento in cui la percentuale scende al di sotto dell'85%. In quel caso è chiaro che i polmoni sono sottoposti a un forte stress e in preda a una polmonite. Stabilirne poi la provenienza toccherà agli esami clinici.
Come funziona il saturimetro
Ma come riesce questo strumento a calcolare un elemento così vitale per il nostro corpo come l'ossigeno nel sangue. Per capirlo bisogna considerare la sua costruzione. Il saturimetro è formato da una sonda a forma di pinza che viene applicata a contatto con il soggetto. Generalmente viene utilizzato il dito di una mano di un adulto oppure il lobo o il piede di un neonato. I dati che appaiano sul monitor dell'apparecchio sono il risultato della capacità di calcolo ottenuta grazie a due diodi fotoemittenti posizionati sui due lati della pinza. Emettendo dei fasci di luce, con lunghezze d'onda precise tra la luce rossa e infrarossa, riescono ad arrivare all'emoglobina che li assorbe.
La cosiddetta ossiemoglobina, la parte cioè con la quantità di ossigeno, assorbe la luce infrarossa, mentre il resto non legata all'ossigeno assorbe la luce rossa. La differenza di assorbimento dei due tipi di luce riesce a mandare il dato da calcolare al congegno che riesce a produrre il grado di saturazione. Secondo il primario di Pneumologia del Gemelli di Roma, Luca Richeldi «ogni famiglia dovrebbe averne uno, come il termometro. Deve entrare nell’armamentario delle famiglie come il termometro che ci dice se abbiamo la febbre. Ma se avere 38 o 39 non fa questa differenza sapere invece il valore di saturazione dell’ossigeno può dirci se abbiamo una polmonite in corso». L'apparecchio ha un prezzo variabile in base all'affidabilità e varia dai 10 ai 60 euro e può essere acquistato in farmacia od online.
Articolo di ToDay.it