Quando si parla di identità di genere e sessualità, si sente più spesso parlare di cisgender contrapposto a transgender. Questi due termini difatti sono molto diversi tra loro, poiché l’uno è l’opposto dell’altro. Ma oltre a questo, sono due “etichette” con le quali una persona si può definire. Il termine cisessuale è entrato nell’uso comune dagli Anni ’90, e da pochi mesi viene inserito anche come opzione nelle app d’incontri, per permettere agli utenti di definirsi. La differenza tra cisgender e transgender. Vediamo prima di tutto cosa significano questi due termini. Con cisgender si indica una persona che si riconosce nel sesso con il quale è nato, ovvero la sua sessualità coincide con la sua identità di genere. Quindi, se una persona è nata con gli attributi maschili e si riconosce come maschio, è un uomo cisgender. Una persona nata con le caratteristiche femminili sarà una donna cisgender solo se anche la sua identità di genere sarà femminile. La definizione aggiornata dal Dizionario Inglese di Oxford definisce un/una cisessuale come una persona a proprio agio con il suo sesso. Spesso i più “ignoranti” nei riguardi del mondo LGBTQ+ dicono “Ma allora siamo tutti cisgender“. Assolutamente no, perché non tutti si riconoscono nel sesso che hanno dalla nascita. Una persona transgender infatti non si riconosce nel proprio sesso. Una ragazza trans, ad esempio, si sente un maschio anche se esteriormente si identifica come femmina. Viceversa, un ragazzo trans si sente una donna ma ha le caratteristiche sessuali e fisiche di un maschio.
Una persona transgender, per appartenere al sesso che desidera, può avviare il processo di transizione, e attraverso delle operazioni chirurgiche e una terapia ormonale, potrà diventare a tutti gli effetti uomo o donna. Non è detto che tutte le persone trans debbano ricorrere a questa pratica, poiché è una scelta personale.
Articolo di Gay.it per