"Qualche linea di febbre, un po' di mal di testa, un malessere simile a quello causato da un'influenza leggera" dice a La Verità Silvio Garattini, scienziato, presidente e fondatore dell'Istituto di ricerche farmacologiche, Mario Negri. Ma sui tempi è doverosa la cautela. A che punto siamo col vaccino anti-Covid? “L'università di Oxford che, in collaborazione con l'azienda farmaceutica AstraZeneca, sta lavorando su uno dei principali vaccini sperimentali a livello mondiale, ha parlato della prossima primavera. Ha detto che dovrebbe essere pronto entro marzo”. Sono le parole di Silvio Garattini, scienziato, presidente e fondatore dell'Istituto di ricerche farmacologiche, Mario Negri, intervistato da La Verità. Quali sono gli effetti collaterali del vaccino anti-Covid? Di fatto tutto procede come da programma, ma i tempi della scienza sono lunghi. Sulla sperimentazione del vaccino afferma: “La fase 3, quella definitiva, è in corso di completamento. Poi i risultati saranno presentati per la registrazione all'autorità regolatoria, l'Agenzia europea per i medicinali (Ema), che deve autorizzare la commercializzazione. Servono due indicazioni: il grado di protezione dal virus che deve essere almeno del 50% e la conoscenza degli effetti collaterali”. Bisogna preoccuparsi perché la sperimentazione è stata più volte interrotta? No, assicura Garattini: “Ci sono state interruzioni ma poi la sperimentazione è ripresa perché si è scoperto che gli effetti preoccupanti non erano causati dal vaccino.
Gli effetti più comuni sono qualche linea di febbre, un po' di mal di testa, un malessere simile a quello causato da un'influenza leggera.
"Tutto emergerà più chiaramente dai risultati definitivi della sperimentazione”. Poi fa il punto della situazione a proposito di quante siano le sperimentazioni che si stanno facendo nel mondo in questi mesi. Sono molto numerose: “Ce ne sono 42 in fase clinica e 8 che hanno raggiunto la fase 3. Da questo escludo il vaccino russo perché è fatto solo per la Russia, e quello cinese, circoscritto alla Cina”.
Sul vaccino russo Garattini dice poi che, “non è ancora alla fase 3”, mentre sulle indiscrezioni che parlano di altri vaccini già pronti spiega perché non si può sorridere, affatto: "Se sono pronti, perché non hanno fatto richiesta di autorizzazione all'Ema o all'americana Food and drug administration, che negli Usa si occupa della regolamentazione dei prodotti farmaceutici? Probabilmente non sono interessati a metterlo sul mercato europeo o americano. Può darsi che Pechino preferisca privilegiare la sua popolazione, molto numerosa, o che non intenda condividere dati”.
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dall'articolo di ToDay.it