Gli scienziati hanno per formazione l' abitudine di usare le parole con cautela. Se un epidemiologo come Andrew Hayward, professore del University College di Londra e consulente scientifico del governo, arriva a parlare di «catastrofe», la situazione è gravissima. Nella giornata di ieri il Regno Unito ha stabilito un nuovo record: 53.135 nuovi casi di Covid in sole 24 ore. Gli ospedali del Paese sono pieni. In Inghilterra sono più di 20.000 i malati ricoverati a causa del virus. Ad aprile, quando era stato raggiunto il picco della prima ondata, i ricoverati erano duemila in meno. Per Hayward, così come per la maggior parte della comunità scientifica, i numeri parlano chiaro. Le restrizioni in vigore al momento - con livelli diversi a seconda dei casi - «non bastano a contenere il Covid», che nella sua nuova incarnazione, la cosiddetta variante inglese, sembra molto più contagioso. «Dobbiamo imparare dall' esperienza», ha sottolineato. «Abbiamo visto che quando arriva il momento di adottare nuove misure non si guadagna nulla ritardando, anzi, si finisce con la necessità di affrontare un lockdown più lungo e pesante».
Per Simon Stevens, direttore della Sanità, «siamo di nuovo nell' occhio del ciclone», anche perché il periodo che tradizionalmente è più difficile per il sistema sanitario, i mesi di gennaio e febbraio, non è ancora iniziato. Per Neil Ferguson, professore di Imperial college che con le sue proiezioni a marzo aveva convinto il governo di Boris Johnson a cambiare rotta dall' immunità di gregge al lockdown nazionale, serve un ritorno alle misure massime di contenimento, tra cui anche la chiusura delle scuole. «Capisco l' importanza di tenerle aperte ma la situazione al momento è molto preoccupante», ha detto.
Se il ministro per la Sanità Matt Hancock attraverso i social ha parlato ieri di «pressioni senza precedenti» sul sistema ospedaliero e sottolineato l' importanza di «sopprimere il virus sino a quando il vaccino potrà metterci al sicuro», il governo prenderà oggi l' occasione della sessione parlamentare per l' accordo sulla Brexit per valutare l' introduzione di nuove misure, che dovrebbero essere annunciate già in serata.
Il ritorno a scuola, previsto per il 4 gennaio, sembra destinato a slittare ulteriormente. In Inghilterra - il Galles, la Scozia e il Nord Irlanda possono stabilire le norme sull' istruzione indipendentemente - era già programmata una riapertura scaglionata, con le elementari in classe lunedì prossimo e le scuole secondarie (ovvero medie e superiori) in giorni diversi a seconda delle classi.
Stesso sistema per gli studenti universitari, che dagli atenei hanno ricevuto la data nella quale ripresentarsi (dal 20 gennaio in poi).
Per il settore ospitalità, per i negozi e per il mondo culturale il futuro si fa sempre più incerto. A Londra e nell' Inghilterra centrale e meridionale, già nella fascia con restrizioni più severe, è tutto chiuso dal 19 dicembre senza una data per la riapertura e senza la possibilità, di conseguenza, di studiare un piano per la sopravvivenza.
Articolo di Paola De Carolis per il Corriere della Sera da Dagospia.com