La fotografia scattata dal monitoraggio settimanale della Fondazione restituisce un nuovo allarme sulla capacità di anticipare la crescita della curva epidemiologica: "Nel nuovo Dpcm - sintetizza la Fondazione - nessuna nuova strategia per contenere l'epidemia". Il presidente Cartabellotta: "Gli amministratori locali continuano a ritardare le chiusure se non davanti a un rilevante incremento dei nuovi casi, quando è ormai troppo tardi". I numeri sono inequivocabili: “Parte la terza ondata”. E la risposta, di fronte alla “vertiginosa accelerazione” impressa dalle varianti, è un “temporeggiare inutilmente” nell’istituire le zone rosse locali, mentre i numeri sono “in crescita” sul fronte degli ospedali e delle terapie intensive. La fotografia scattata dal monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe restituisce un nuovo allarme sulla capacità di anticipare la crescita della curva epidemiologica: “Nel nuovo Dpcm – sintetizza la Fondazione – nessuna nuova strategia per contenere l’epidemia, eccetto l’ennesima battuta d’arresto per la scuola”. Mentre la campagna vaccinale “non decolla”.
Nel periodo 24 febbraio-2 marzo, il report segnala un netto incremento dei casi, pari al 33%: da 92.571 a 123.272. Numeri che portano di riflesso alla crescita dei casi attualmente positivi (passati da 387.948 a 430.996, +11,1%) e spingono a un incremento della pressione sugli ospedali. I ricoverati con sintomi crescono da 18.295 a 19.570 (+7%) e le terapie intensive da 2.146 a 2.327 (+8,4%). “Per la seconda settimana consecutiva – afferma il presidente di Gimbe, Nino Cartabellotta – si registra un incremento dei nuovi casi che negli ultimi 7 giorni supera il 33%, segnando l’inizio della terza ondata”. Rispetto alla settimana precedente, in 16 Regioni e nella Provincia autonoma di Trento aumentano i casi attualmente positivi per 100.000 abitanti e in tutto il Paese sale l’incremento percentuale dei nuovi casi ad eccezione della Provincia autonoma di Bolzano, Umbria e Molise, le tre aree già sottoposte a severe misure restrittive. Sul fronte ospedaliero, l’occupazione da parte di pazienti Covid – sottolinea il monitoraggio – supera in 5 Regioni la soglia del 40% in area medica e in 9 Regioni quella del 30% delle terapie intensive.
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dall'articolo di F.Q. per IlFattoQuotidiano.it