È arrivata in anticipo ed è più intensa degli anni passati. Sarà l’ultimo inverno così eccezionale? Come Israele ha fatto da apripista per il contrasto al Covid, anche l'influenza registrata in Australia ha anticipato quello che sarebbe successo nel nostro inverno, ovvero un inizio anticipato con numeri da record di A(H3N2), il virus influenzale di quest’anno, che sta mettendo a dura prova gli ospedali, accanto al Covid e al virus respiratorio sinciziale (Rsv). Ma cosa c’è dietro l’attuale impennata e quale sarà la nuova normalità?
Secondo Scott Hensley, immunologo presso l’Università della Pennsylvania a Filadelfia, ciò è dovuto al fatto che la popolazione «è più immunologicamente “naive” di quanto ci aspetteremmo. In genere, i bambini vengono infettati dal loro secondo compleanno. Oggi, invece, ci sono bambini di 3-4 anni che non hanno mai visto Rsv». Per i bambini più grandi e gli adulti che sono stati precedentemente infettati, il problema è invece la diminuzione dell’immunità. In assenza di esposizione a un virus, i livelli di anticorpi diminuiscono.
In un anno tipico, «possiamo essere esposti a una piccola quantità di virus che l’organismo combatte -, spiega John Tregoning, immunologo dell’Imperial College di Londra -. Ma questo tipo di potenziamento asintomatico forse negli ultimi due anni c’è stato».
Il mascheramento, l’allontanamento sociale e il lavaggio delle mani durante le ondate di Covid-19 potrebbero quindi averci resi più suscettibili all’influenza e al virus respiratorio sinciziale (che di solito provoca lievi sintomi simili al raffreddore, ma che può essere pericoloso per i bambini piccoli e gli adulti più anziani).
Nell’agosto 2021, i ricercatori in Francia hanno coniato il termine “debito di immunità” per descrivere questa riduzione dell’immunità a livello di popolazione. Detto questo, è difficile prevedere come potrebbe essere la nuova normalità per i virus stagionali.
«Se molte delle persone suscettibili vengono infettate nei prossimi mesi, la stagione influenzale del prossimo anno potrebbe essere più docile, poiché parte del debito immunitario viene “ripagato” quest’anno - ha detto su Nature Matthew Miller, immunologo della McMaster University di Hamilton, in Canada - Ma non è ancora chiaro se il Covid-19 diventerà una malattia stagionale come l’influenza e l’Rsv, o se continuerà come è stato, con picchi sporadici durante tutto l’anno».
È dello stesso avviso Elena Bozzola, segretario e consigliere nazionale della Società italiana di pediatria (Sip). «Un po’ ce lo aspettavamo che sarebbe stata una stagione invernale intensa dal punto di vista dei virus respiratori nei bambini - ha detto all’Adnkronos - Abbiamo avuto un sentore l’anno scorso: dopo un periodo di tregua apparente in cui non si parlava di virus respiratorio sinciziale, con la fine dei lockdown e delle restrizioni per Covid abbiamo visto che un po’ in tutto il mondo è successa la stessa cosa, e cioè che il virus è tornato ancora più aggressivo, portando anche dei picchi fuori stagione. Questo perché si è iniziato a pagare una sorta di debito di immunità. L’anno scorso non era ancora successo con l’influenza. Quest’anno invece si sta facendo sentire anche questa insieme ad altri virus».
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dall'articolo di Francesca Cerati del