Perché erano importanti le tariffe biorarie: La differenza tra le tariffe monorarie e le tariffe biorarie è stata una conseguenza diretta della richiesta di energia elettrica da parte dei consumatori: di giorno se ne consuma molta di più, mentre la notte e nei weekend il consumo scende. Il prezzo relativo al consumo dell’energia non è dunque distribuito uniformemente, ma varia in relazione alla fascia oraria. Conoscere questa differenziazione era, fino a qualche tempo fa, davvero rilevante in quanto permetteva alle famiglie di concentrare l’utilizzo degli elettrodomestici che consumano più energia in determinate ore del giorno, riuscendo così a risparmiare sulla bolletta della luce. Cosa è cambiato nel tempo e quali sono i motivi per i quali il meccanismo delle fasce orarie non permette di ottenere gli stessi risparmi di una volta?
Uno studio di SosTariffe.it ha analizzato le principali offerte del mercato libero, e confrontato le tariffe monorarie con quelle biorarie.
Il meccanismo delle fasce orarie: F1, F2 e F3
Le fasce orarie relative alla tariffazione dei consumi dell’energia elettrica sono regolate da un meccanismo davvero molto semplice: la fascia F1 è quella compresa fra le 8:00 e le 19:00, ovvero il momento in cui c’è maggiore richiesta di elettricità e, di conseguenza, quella caratterizzata dal prezzo più alto.
La fascia F2 è quella compresa fra le 19 e le 8, nei giorni feriali, nei quali il costo dell’energia elettrica si riduce, per abbassarsi ancor di più nella fascia F3, che è quella che viene applicata durante i weekend e i giorni festivi.
Nel corso degli ultimi anni le offerte di tipo monorario a prezzo bloccato, ovvero a un prezzo fisso al kWh, si sono diffuse a macchia d’olio nel mercato libero e sono diventate tariffe di spicco in relazione alla loro convenienza, che è riuscita addirittura a superare la riduzione delle spese mensili derivante da una tariffa di tipo biorario, o triorario.
SosTariffe.it ha effettuato un’analisi comparativa relativa alla città di Milano, le cui rilevazioni sono state condotte a febbraio 2020: per quanto riguarda le tariffe biorarie, è stata presa come riferimento una ripartizione dei consumi al 60% in fascia F3 e al 40% tra le F1 e la F2.
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dall'articolo di Corriere.it