Matteo Salvini in Calabria Credits ANSATutti i guai del Carroccio in Calabria: la pedina di Salvini finisce nell'inchiesta per mafia Waterfront. Nella giornata del 28 maggio, l’operazione ‘Waterfront’ condotta dalla Dda di Reggio Calabria e coordinata dal procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri ha portato il G.I.P. Filippo Aragona a disporre provvedimenti cautelari nei confronti di 63 persone, imprenditori e pubblici ufficiali, ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d’asta, frode in pubbliche forniture, truffa aggravata per il conseguimento di erogazione pubbliche con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa, nonché abuso d’ufficio e corruzione.  La notizia dell’operazione ha avuto ampia eco nazionale perché tra gli indagati (con la sola accusa di reato, in concorso, di ‘turbata libertà degli incanti’ in riferimento ad una gara d’appalto indetta dal Comune di Polistena per la realizzazione di un eliporto a supporto dell’ospedale) c’è l’unico parlamentare calabrese della Lega, Domenico Furgiuele

 Il deputato, nell’unica dichiarazione resa ieri, si è detto tranquillo e ha annunciato che avrebbe sentito direttamente il Capitano in serata. Non si sa se il telefono sia squillato a vuoto, quel che è certo è che Matteo Salvini in Calabria non sa’ proprio più come raccapezzarsi. Il leader leghista aveva già commissariato il Partito (a scapito dello stesso Furgiuele che ne era a capo) alla vigilia delle elezioni europee dell’anno scorso catapultando all’estremo sud il deputato bergamasco Cristian Invernizzi (tendenzialmente a causa delle contrapposizioni tra la fronda lametina che fa capo al deputato e quella di Reggio Calabria, con a bordo i fedelissimi dell’ex Presidente di Regione Peppe Scopelliti), poi promosso lo scorso febbraio ‘segretario regionale’ per tre anni, forse proprio per ‘occupare’ il posto in lista che fu di Furgiuele, in vista delle prossime elezioni politiche.

Ad inizio anno, Salvini aveva mandato in Calabria un altro dirigente nazionale, Walter Rauti, vice-responsabile nazionale enti-locali della Lega, a dare manforte a Invernizzi, accusato dai delusi militanti calabresi ‘della prima ora’ di aver ‘estromesso i giovani, i militanti e gli amministratori della Lega per inserire i trasformisti provenienti da altre formazioni politiche’.

E già, perché, nonostante la promessa di vento di novità (datata dicembre 2018) decantata dal vice segretario nazionale della Lega Andrea Crippa, che affermava di farsi garante nel mettere alla porta gli ex sodali di Peppe Scopelliti e Mario Oliverio che nel loro partito volevano riciclarsi, il ‘caos liste’ per le scorse elezioni regionali ha portato all’estromissione di militanti storici, tra cui il segretario regionale della Lega Giovani Carmine Bruno ed il coordinatore provinciale Michele Gullace per favorire a Reggio Calabria l’elezione della attuale capogruppo Tilde Minasi, già consigliera regionale con la lista ‘Scopelliti Presidente’ ed espressione del Movimento per la sovranità di Gianni Alemanno.

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Dall'articolo di Alessia Bausone  per TPI.it 
 

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