Coronavirus Lazio i numeri del 20 luglioLa polizia locale sta indagando sulle residenze effettive di cinquemila cittadini stranieri e sull’autenticità dei loro documenti, perché pensa che in molti abbiano acquisito passaporti falsi con dichiarazioni mendaci. E questo non può che creare problemi alle indagini epidemiologiche necessarie per fermare i focolai.  C’è un problema di documenti falsi nel focolaio di Ostia. La polizia sta indagando sulle effettive residenze dei cittadini provenienti da paesi a rischio che vivono sul litorale dopo la chiusura dello stabilimento balneare a Ostia e del ristorante di Dragona dopo la sparizione di uno dei positivi al Coronavirus SARS-COV-2.  Il Messaggero scrive che la polizia locale sta indagando sulle residenze effettive di cinquemila cittadini stranieri e sull’autenticità dei loro documenti, perché pensa che in molti abbiano acquisito passaporti falsi con dichiarazioni mendaci. E questo non può che creare problemi alle indagini epidemiologiche necessarie per fermare i focolai.

 

Link impossibili da ricostruire, anche perché oltre alle false generalità che in alcuni casi possono aver fornito, gli stranieri – anche quelli poi risultati positivi dopo i test eseguiti per il caso della “Vela” – sarebbero reticenti. Nella zona dove abitano, a pochi passi della stazione della Roma-Lido, vivono in condizioni spesso precarie e c’è il timore di controlli diversi da quelli sanitari. Nel quadrilatero compreso tra via delle Vele e via dei Remi c’è un’alta concentrazione di phone center e alimentari esteri frequentati per lo più da cittadini stranieri. Attività commerciali finite più volte nella stretta dell’antiterrorismo e sotto la lente delle forze dell’ordine.  E che saranno di nuovo sotto la lente d’ingrandimento dei controlli della polizia locale che saranno incrociati con quelli dell’anagrafe capitolina. Dopotutto proprio in quella zona, al termine di un’accurata indagine – non molto tempo fa – i carabinieri del Gruppo Ostia scovarono un commerciante italiano, 53enne, con precedenti penali, trovato in possesso di 4 patenti di guida italiane contraffatte, intestate a soggetti indiani, asiatici e nord-africani. Una successiva ispezione prima nella sua auto e poi nel negozio di cui è titolare ha permesso di ritrovare ulteriori altri cinque documenti contraffatti, intestati a soggetti provenienti dal sud est asiatico e dal Maghreb. L’uomo è stato denunciato per «possesso e fabbricazione di documenti d’identificazione falsi».

A rientrare nel giro d’affari, per lo più, cittadini provenienti da India, Pakistan e Bangladesh. La regia di tutto potrebbe essere quella di una banda che opererebbe in zona.

Articolo di NextQuotidiano.it 

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