“Regà io non me la sento di salire in Paese”, “alla fine effettivamente è grave”, “evitiamo, stiamocene per gli affari nostri con le mascherine”: sono solo alcuni dei messaggi, pubblicati oggi dal Corriere della Sera, che gli 8 ragazzi di Roma risultati positivi al Coronavirus dopo aver partecipato a una festa in una nota discoteca di Porto Rotondo, in Sardegna, si sono scambiati in chat. Messaggi da cui trapela la paura per il focolaio originatosi durante la serata di Porto Rotondo e importato nella Capitale, ma anche una certa consapevolezza di aver avuto un comportamento da sprovveduti. Nei messaggi che i ragazzi, quasi tutti di Roma Nord (dai Parioli a Prati, passando per il quartiere Fleming), si sono scambiati su un gruppo Whatsapp non c’è più spazio per la sfrontatezza dei giorni scorsi.
Si segnalano i nomi degli amici tornati positivi dalle vacanze, si cerca di ricostruire tutti i movimenti del gruppo per identificare i luoghi e l’ora del contagio, si invitano tutti gli altri a fare i test. Ci si scambia impressioni e non ci si vergogna a mostrare anche una certa quota di preoccupazione: “Almeno hanno chiuso le discoteche però, non capisco perché le avevano riaperte”, scrive uno di loro. Ma il danno ormai è fatto. E il rischio è che il focolaio originatosi a Porto Rotondo si ampli ancora di più. Il motivo? Alcuni dei ragazzi positivi, prima di rientrare a Roma, hanno fatto altre tappe nella loro vacanza. Qualcuno, ad esempio, è stato all’Argentario. E poi nella Capitale, in quei quartieri “bene” dove adesso la paura è tantissima.
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dall'articolo di Carmelo Leo per TPI.it