Vi scrivo perché vorrei spezzare una lancia in nome della gentilezza e dell’educazione… Io e mia moglie ne abbiamo parlato a lungo nelle scorse settimane perché ci è capitato di ospitare un amico di mio figlio con noi al mare. I genitori in quel momento non si potevano muovere a causa di una madre malata da assistere e così ci è subito venuto in mente di invitarlo a stare con Matteo che ha 11 anni come lui. Loro si sono divertiti molto e non c’è stato alcun problema particolare, però noi siamo rimasti… direi colpiti dal modo di comportarsi del ragazzino, che è sicuramente un “bravo bambino” ma assolutamente ignaro di qualche regola del genere dire grazie, non lasciare per terra la biancheria usata, non cambiare canale alla televisione senza chiedere agli altri, guardare il cellulare a tavola, aiutare a portare la spesa e magari dire una cosa gentile a mia moglie che si dava da fare per accontentarlo nei suoi gusti e nelle sue preferenze! Tommaso
— Caro Tommaso, azzardo una domanda: al vostro ritorno i genitori vi hanno ringraziato bene? Dico questo perché tutto parte da lì, da quello che si semina in famiglia, non tanto a parole – giusto per ripetere un’ovvietà - ma con l’esempio. Se i tuoi figli ti sentono dire “grazie” spesso e magari ricevono una sgridata se non lo fanno loro, dovrebbero, se non altro, abituarsi a farlo. Al contrario appellarsi alla motivazione del “lui è fatto così” nel campo del grazie, prego, scusi non ha proprio senso. Se lasci a terra i calzini usati e poco profumati in casa d’altri è perché sei abituato a farlo. Se non aiuti una mamma a portare le borse della spesa, sicuramente non lo fai nemmeno con la tua, che probabilmente non te lo chiede nemmeno. … Sarai felice di sapere però che la gentilezza torna di moda, almeno a stare a molti libri di successo negli Stati Uniti. Di recente la Mondadori ha pubblicato in Italia Come crescere bimbi gentili di Thomas Lickona, un pedagogista molto noto e richiesto ovunque perché insegna “il rispetto e la gratitudine per creare una famiglia felice”. Pensa che cita anche il nostro Sant’Ambrogio quando insegnava: “Nessun dovere è più urgente di quello di restituire un grazie”. Quindi, caro Tommaso, ricordati di lodare tuo figlio perché se lo merita. E perché... non sia tentato dal seguire la più comoda via dell’amico.