Da una parte il diritto delle donne occidentali di mostrare le proprie forme senza essere importunate. Dall'altra le musulmane ribelli che sfidano la legge per farsi il bagno coperte con il burkini. Liberté, egalité. E décolleté. In Francia è guerra tra chi sfida il divieto del burkini nelle piscine e chi, invece, rivendica la laicità dello Stato a colpi di foto hot. Tutto è iniziato qualche giorno fa a Grenoble. Qui un gruppo di donne musulmane ha lanciato una protesta nelle piscine a favore del burkini, il costume da bagno in linea con i dettami islamici che copre tutto il corpo lasciando scoperti solo mani, piedi e viso. Ma tante piscine in Francia lo proibiscono, considerandolo un simbolo religioso islamico e quindi contrario alla laicità dello Stato.
Alla protesta hanno aderito i membri della Alleanza cittadina di Grenoble, scesi in campo per difendere quello che viene considerato un diritto delle donne musulmane. Un'altra incursione è avvenuta poi in un'altra piscina della città francese, la Jean Bron. Per tutta l'operazione, tra l'altro, non è da escludere che le islamiche si beccheranno pure delle multe.
Le musulmane che hanno partecipato hanno poi spiegato alla stampa di aver agito in nome della libertà di tutte le donne. Ma non a tutte le donne francesi, appunto, l'iniziativa è piaciuta. E anzi, c'è proprio chi ha lanciato una sorta di contro-protesta. E sempre in nome della libertà. Il vero protagonista dell'hashtag #JeKiffeMonDécolleté è, appunto, il seno. A lanciare l'iniziativa è stata la giornalista francese Zohra Bitan, che ha invitato le donne a condividere le foto del loro décolleté su Twitter. L'obiettivo? Incoraggiare gli utenti di Internet a reclamare il loro diritto di vestirsi come desiderano, senza subire insulti o commenti sprezzanti.
.................
dall'articolo di Eugenia Fiore per IlGiornale.it