Msf e Sos Mediterranée: "A fine luglio torniamo in mare". Grazie anche ai 100mila euro donati dal comune parigino. Sos Mediterranée e Medici senza Frontiere tornano in mare con una nuova nave per salvare i migranti in quel tratto di mare che separa la Libia dall'Italia. Ad annunciarlo è l'ong francese che presenta la Ocean Viking e la nuova missione nel Mediterraneo: "I governi europei vogliono far credere che la morte di centinaia di persone in mare e la sofferenza di migliaia di rifugiati e migranti intrappolati in Libia siano un prezzo accettabile per le politiche di controllo della migrazione", dichiara Sam Turner, capo missione di MSF per le attività di ricerca e soccorso e la Libia". Dietro il ritorno in mare c'è anche il grande contributo economico (100mila euro) elargito dal Comune di Parigi per permettere all'ong il ritorno in mare.
La partenza è prevista per fine mese. Molto probabilmente si verificherà un nuovo braccio di ferro tra la stessa ong e il Viminale dato che di fatto i porti della Francia restano aperti solo a parole ma chiusi nei fatti. Macron ha sempre sostenuto il principio del porto sicuro più vicino per lo sbarco, un punto sul quale è andato in scena un durissimo scontro tra lo stesso Salvini e il suo omologo francese Castaner nel vertice di Helsinki di qualche giorno fa. Scontro che si è ripetuto in queste ore con una lettera inviata dal Viminale al ministro degli Interni francese in cui tra le righe viene snobbato il vertice di Parigi della prossima settimana al cui tavolo non siederà Salvini ma solo i tecnici del Viminale. Intanto l'ong in un comunicato spiega quale sarà il suo ruolo nel Mediterraneo: "Torniamo in mare per salvare vite. E non possiamo restare in silenzio mentre persone vulnerabili subiscono sofferenze evitabili", dice Claudia Lodesani, presidente di Msf in Italia. "Se i leader europei condannano l’uccisione di migranti e rifugiati vulnerabili in Libia, devono anche garantire la ripresa di operazioni di ricerca e soccorso ufficiali, sbarchi in luoghi sicuri e l’immediata evacuazione e chiusura di tutti i centri di detenzione arbitraria. L’ipocrisia del crescente supporto fornito alle intercettazioni in mare e al ritorno forzato delle persone negli stessi luoghi dove vengono perpetrate le violenze, lascia intendere che quelle condanne sono solo parole vuote di finta compassione". Salvini ha già avvisato l'ong: "I porti italiani sono chiusi".
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dall'articolo di Angelo Scarano per IlGiornale.it