Tim, Wind 3, Vodafone lanciano i primi indennizzi per la vicenda tariffe 28 giorni. Chi li accetta, rinuncia al rimborso canonico. Ma per l'associazione dei consumatori a volte potrebbe non convenire agli utenti. Tutti gli operatori telefonici cominciano ad allettare gli utenti con offerte a indennizzo per la (lunga e brutta) vicenda delle tariffe a 28 giorni. Chi le accetta rinuncerà ai rimborsi, sulla cui sorte si attende il 4 luglio una sentenza del Consiglio di Stato. Ma dietro quelle offerte possono essere poco convenienti e forse può convenire aspettare i rimborsi veri: di questo avviso il Codacons, che ha lanciato un allarme per avvisare gli utenti.
Il senso è: studiate bene quanto vi propongono gli operatori, al posto dei rimborsi di legge, per capire se vi conviene o no. In certi casi infatti la convenienza sarebbe solo per loro e non per i consumatori.
Siamo del resto arrivati alle battute finali della questione tariffe 28 giorni. L'Agcom (Autorità garante delle comunicazioni) aveva chiesto agli operatori di rimborsare i giorni sottratti (2-3 al mese), ossia di spostare in avanti l'addebito mensile di una quantità di giorni corrispondente (in pratica si può arrivare a non dover pagare circa un mese di canone, a seconda dei casi). Gli operatori però si sono opposti alla regola in tutti i modi possibili (Tar, Consiglio di Stato). Agcom ha previsto anche che i gestori possano offrire forme di compensazione alternativa ai clienti ("RITENUTO, infine, che resta ferma la possibilità per gli operatori di proporre ai singoli interessati soluzioni di compensazione alternative, satisfattive del diritto di ristoro"). Se i clienti accettano, rinunciano al rimborso standard.
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"Queste offerte sono pienamente legali e legittime", premettono dal Codacons. "Il problema quale è allora? È che sono difficilmente quantificabili in termini monetari, e potrebbero non rappresentare un vantaggio per il cliente che, accettandole, rinuncia espressamente a qualsiasi ulteriore rimborso (su cui il Consiglio di Stato dovrebbe dare via libera il prossimo 4 luglio)".
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dall'articolo di ALESSANDRO LONGO per Repubblica.it