Non sarebbe una cosa corretta nascondere i meriti di Roberto Saviano come scrittore di talento che ha saputo correre gravi rischi personali per raccontare, dal suo punto di vista, la verità, ma neanche gli incidenti di percorso che lo accomunano a noi tutti uomini e donne lontani dalla perfezione e per i quali, con l’andare avanti della vita, il carico di errori tutt’altro che diminuire, aumenta. Il suo naturale talento di giornalista di inchiesta e scrittore e i rischi che ha corso e ora, in misura minore per le misure di sicurezza che giustamente lo devono proteggere, ancora corre, sono stati tuttavia ben ripagati dal guadagno – lecito, a scanso di equivoci – dai diritti di autore per libri, film, opere teatrali, e contributi giornalistici su varie testate in Italia e all’estero. Già si sapeva che il successo di scrittore è avvenuto tramite la Mondadori (Gruppo Fininvest e cioè Berlusconi), e ancora che della costruzione del personaggio Saviano si è fatto carico Repubblica/Espresso Gruppo GEDI e cioè De Benedetti).
Non si può dire, già da questo primo passaggio, che a Saviano manchi l’intelligenza e l’astuzia tipica di un grande uomo d’affari.
Senza scomporsi, ha saputo agire per il meglio per lui, nel tutelare i suoi interessi, trattando sia con Berlusconi che con De Benedetti, in omaggio alla par condicio.
Naturalmente senza rinunciare a dire la (sua) verità sul Berlusconi politico – sui media di De Benedetti-, ma senza rinunciare a fare accordi col Berlusconi imprenditore e uomo d’affari.
Insomma non bisogna fare di tutta l’erba un fascio, in omaggio al politicamente corretto: una cosa è il Berlusconi politico, su cui posso scrivere e dire tutto quello che mi viene in mente, altra cosa molto diversa è il Berlusconi uomo d’affari, col quale, uomini di mondo entrambi, possiamo accordarci con reciproco vantaggio.
Per l’uno e per l’altro vale l’antico detto latino: pecunia non olet! O in buono italiano: i soldi non puzzano.
Ma non ci sentiamo di rimproverarlo per questo: gli affari hanno le loro regole di convenienza!
Su ben altro voglio stimolare la vostra attenzione.
Roberto Saviano si presenta come paladino di tutto ciò che è nobile agli occhi della cultura sedicente di sinistra.
In questo momento, alla luce delle priorità della linea editoriale del Gruppo GEDI, gli strali del Saviano giornalista e opinionista si scaricano con inaudita violenza contro il M5S e contro la Lega.
Con furbizia truffaldina però!
Il cattivo tout court sarebbe Salvini, mentre il debole che si lascerebbe guidare dal forte cattivissimo, cui non sarebbe in grado di opporre resistenza, sarebbe Di Maio.
L’intento, sempre in obbedienza alla linea editoriale del Gruppo De Benedetti, è quello di indebolirli entrambi, puntando a mettere contro di loro almeno una parte del proprio elettorato, e incrinare l’unita delle due parti politiche nel sostegno del Governo Conte.
Il Gruppo GEDI di De Benedetti/Marchionne è in questo momento tra il disperato e l’impaurito: i fatturati continuano nella loro decrescita e non c’è più il governo amico ‘de sinistra’.
Appena qualche giorno fa Crimi, 5Stelle, ha annunciato che sarà completamente eliminata la pubblicità legale delle gare di appalto, perché già pubblicate nella gazzetta ufficiale.
Si tratta di una torta annuale di otre 40 milioni di euro che si dividevano i gruppi editoriali italiani , a partire da Repubblica/Espresso/ Stampa di De Benedetti-Marchionne, Corriere della Sera (Cairo), Sole 24 Ore ( Confindustria), Messaggero (Caltagirone), Il Giornale (Berlusconi) e altri minori. Dal 2001 essi hanno incassato contributi indiretti per 3 miliardi (miliardi) di euro.
Ecco come si comportano nei fatti i campioni del liberismo selvaggio che pagano 0,10 euro a battuta i giovani neolaureati schiavizzati dalle loro redazioni: libero mercato a parole, ma per gli altri, per loro è buono l’aiuto di stato, sebbene indiretto.
Loro che si fanno i tutori del mercato aperto a della società aperta (la pomposamente chiamata open society); loro che definiscono Soros un filantropo e un benefattore dell’umanità, sebbene sia uno speculatore seriale che ha fatto i soldi con speculazioni sulle valute impoverendo Stati interi, per cui noi e gli inglesi abbiamo dato, tra non gli ultimi, il nostro contributo di sangue; loro che sparano a palle incrociate contro il Decreto Dignità perché gli toglie la carne da macello dalle loro redazioni.
Loro vogliono ancora soldi dallo Stato Italiano, e cioè da tutti noi!
Se li guadagnino i soldi con la loro capacità imprenditoriale e se non ne hanno è giusto, come loro pontificano per gli altri ma non per se stessi, che il mercato libero li faccia fuori.
Cosa poteva fare Roberto Saviano nel momento di maggior pericolo di chi, facendo anch’essi guadagni in abbondanza, ne hanno fatto fare anche a lui?
Poteva non andare in soccorso a chi gli ha assicurato e gli assicura una parte notevole dei suoi ricavi da giornalista opinionista e grazie ai quali è stato introdotto nei media cosiddetti DEM a livello internazionale che gli assicurano altri copiosi ricavi.
Da qui è venuto il suo successo e la sua casa a Manhattan.
IL SUO È UN MOSTRUOSO CONFLITTO DI INTERESSI DAL PUNTO DI VISTA ETICO E POLITICO!
Questo è il vero punto!
Ed ecco quindi l’attacco a Salvini sui migranti, che Salvini ucciderebbe lasciandoli morire in mare aperto.
Ecco quindi l’attacco contro il Governo Conte!
Qui addirittura l’aggressione si fa virulenta, quando invoca, senza nominarli esplicitamente, l’attività di organismi internazionali per far cadere quanto prima il Governo Conte.
Ma mi permetto di suggerire a Saviano di studiare un altro modo di fare la guerra alla mafia senza conflitto di interessi.
Si tratta di Piera Aiello, parlamentare eletta con il M5S.
Impari dalla sua sobrietà.
Anche lei poteva e tuttora può ricavare guadagni cospicui facendo un libro o più libri raccontando la sua storia, non meno coraggiosa, pericolosa e dolorosa di quella di Saviano.
Forse non ha il suo talento di scrittore, ma se volesse è sicuro che troverebbe qualcuno con la penna giusta e con l’editore giusto per costruire con un buon marketing un grande caso di successo mondiale.
Ma non lo fa, almeno fino ad ora non lo ha fatto.
Ma se cambiasse idea, le suggerirei di devolvere a chi soffre per le sue stesse ragioni almeno una parte dei suoi leciti guadagni.
Di conseguenza ne deriva l’invito anche a Saviano: elimini il suo conflitto di interessi etico e politico, vendendo la sua casa a New York, e impegnando il ricavato creando una struttura per accogliere i migranti.
Impegni almeno una parte dei suoi ricavi per aiutare i giovani suoi conterranei a uscire dalla schiavitù della camorra e accompagnarli negli studi, sostenendo i costi universitari per i più meritevoli.
A quel punto potrà zittire con i fatti tutti i suoi detrattori.
In un colpo solo disarmerebbe per sempre chi lo attacca, sentirebbe nel suo intimo una pace mai conosciuta, potrebbe andare in giro per il mondo a fare conferenze invitando ad imitare non parole vuote ma i fatti di una esperienza di grandissimo valore!
Allora potrò dire su Roberto Saviano: ecco un vero e coerente combattente!
Tanto di capello, rispetto e considerazione.
Articolo di Clairemont Ferrand per silenziefalsita.it del 8 luglio 2018