Inutile girarci intorno, c’è un dovere politico e morale a cui Matteo Salvini non può assolutamente sottrarsi: è quello di conferire una tessera d’onore della Lega al quintetto Delrio-Orfini-Faraone-Magi-Fratoianni. A meno che non venga fuori che siano già tutti “undercover agents” del Carroccio, impegnati a moltiplicare i voti leghisti. Poteva infatti esserci una fetta non piccolissima di italiani che, pur non avendo in alcuna simpatia l’immigrazione illegale e le missioni sospette delle navi Ong, aveva forse trovato eccessivi alcuni toni di Salvini. O che magari, pur condividendo nella sostanza la linea dura del ministro degli Interni, aveva giudicato esagerate certe forme, una postura sempre da battaglia, forse sproporzionata rispetto a questa specifica vicenda della Sea Watch.
Ma non appena sono comparsi sulla scena i “fantastici cinque”, per la maggioranza schiacciante degli italiani è stato impossibile avere ulteriori dubbi. Un ex ministro dei Trasporti che filosofeggia e si arrampica sugli specchi per attenuare e quasi giustificare una manovra da pirati; l’ex presidente di un partito già di governo che dichiara che avrebbe fatto proprio come la Capitana (inclusa – par di capire, e speriamo di aver compreso male – la spericolata manovra finale, che poteva avere conseguenze fatali), le patetiche foto con i bicchierini di plastica (che, nelle intenzioni dei deputati, avrebbero dovuto muovere a compassione i cittadini). Un armamentario suicida: politicamente e in termini di comunicazione.
Intendiamoci bene. In politica e nella vita civile, puoi decidere (a volte può essere altamente meritorio) di compiere un gesto impopolare. Ma a maggior ragione devi essere pronto a spiegare la tua posizione, devi comprendere lo stato d’animo dell’immensa maggioranza che la pensa diversamente, devi essere capace – anche da un punto di vista minoritario – di non farti respingere emotivamente dalla maggioranza dei cittadini.
..................
dall'articolo di Daniele Capezzone per NicolaPorro.it