lite sui porti di sbarcoAl vertice di Helsinki aumenta la distanza tra i Paesi Mediterranei e l'asse franco-tedesco. A settembre summit straordinario a La Valletta. È scontro tra Italia e Malta da un lato, e Francia e Germania dall’altro, sui porti di sbarco dei migranti. In occasione del Consiglio informale dei ministri dell’Interno in corso a Helsinki, in Finlandia, il ministro dell’Interno Matteo Salvini, secondo quanto riferiscono fonti del Viminale, ha ribadito il no dell’Italia al principio del porto più vicino per l’approdo dei migranti, appoggiato dal collega maltese. Parigi e Berlino, già dalla cena di ieri sera, insistono invece per far approvare un documento sugli sbarchi che vincoli in tal senso i Paesi che affacciano sul Mediterraneo.

 I ministri competenti torneranno a discute della questione migranti a settembre, durante un vertice straordinario a Malta tra Italia, Francia, Germania e la stessa Malta più la Finlandia, mentre già nelle prossime settimane si vedranno i rispettivi tecnici.

Dal tavolo finlandese è emersa una forte distanza tra Italia e Malta, da una parte, e Germania e Francia, dall’altra. Stamane, a margine della riunione dei ministri dell’Interno Ue, sono stati impegnati in un lungo confronto Salvini e i colleghi di Malta, Michael Farrugia, Germania, Horst Seehofer, e Francia, Christophe Castaner, oltre al rappresentante della presidenza finlandese.

Da Berlino e Parigi - fanno trapelare fonti del Viminale - si insiste per far approvare un documento a proposito degli sbarchi che, già durante la cena informale di ieri sera, aveva incassato la netta contrarietà di altri Paesi a partire da Italia e Malta. Uno scenario che ha convinto i quattro ministri a riaggiornarsi questa mattina, con la Francia che si è inserita all’ultimo momento, ma la sensazione - si sottolinea - è che serviranno altri approfondimenti per avvicinarsi a un’intesa.

Roma e La Valletta, ribadiscono fonti italiane, contestano l’idea del primo porto sicuro di approdo per gli immigrati, temendo di doversi sobbarcare tutto il peso degli arrivi. Ma non solo: il rischio, sottolineano le fonti, è che in questo modo i profughi vengano ridistribuiti negli altri Paesi mentre tutti gli altri migranti resterebbero nei Paesi di sbarco.

Sul tavolo c’è anche il nodo delle Ong, che Salvini ha chiarito non possano sostituirsi agli Stati. E ha ricordato il caso della SeaWatch3 “che ha violato le leggi italiane e ha speronato una motovedetta”.

Prima di iniziare la riunione, il tedesco Seehofer è stato il primo a raggiungere Salvini in sala e ha scherzato sulle accuse italiane allo strapotere di Parigi e Berlino: “Matteo, stai già twittando per dire che siamo cattivi con voi?”. Dopo un primo confronto con i tecnici, i ministri hanno dialogato da soli per provare ad avvicinare le posizioni.

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dall'articolo di HuffingtonPost.it 

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