In questi giorni la temperatura massima ha toccato il picco di 33 gradi, per Roma almeno sei in più della media di giugno. Questa settimana si proseguirà con il caldo in una città ricoperta dai rifiuti, anche organici. Medici ed esperti mettono in guardia di fronte ai rischi derivanti dalla dall'afa e dalle discariche tra i palazzi. Le segnalazioni alle Asl da parte dei cittadini sono frequenti, avvengono ormai ogni giorno: specialmente chi abita al primo piano deve convivere con la montagna di spazzatura sotto le finestre.
Ma Roma non uscirà dalla crisi di rifiuti rapidamente. C'è chi prevede che servirà almeno un mese: bisognerà attendere che diminuisca la produzione di spazzatura per riavvicinarsi alla normalità. Per ora i dati non sono confortanti. Giovedì, ad esempio, sono stati raccolte 2.900 tonnellate di indifferenziato (e dal conto ovviamente manca ciò che è rimasto sui marciapiedi), un quantitativo molto alto. Massimo Bagatti, amministratore di Ama (ma in questi giorni sta tornando al suo ruolo di direttore esecutivo) è più ottimista: «Nel giro di una settimana torneremo alla normalità - promette -. Per alcuni giorni, per responsabilità non nostre, non abbiamo avuto spazio nell'inceneritore, così non abbiamo potuto svuotare 40mila cassonetti. Ora stiamo recuperando, in queste ore stiamo ripulendo Prati. Nel giro di quattro giorni, al massimo in una settimana, Roma sarà ripulita».
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dall'articolo di Mauro Evangelisti per IlMessaggero.it