Poste Italiane assume 1.000 postini, ma 800 saranno precari: "È un metodo studiato, ci sfruttano e poi ci buttano via". I postini precari di Poste Italiane sono pagati, di fatto, 6 euro l’ora, meno di un corriere Amazon e meno di un rider. Lavorano infatti almeno dieci ore al giorno, molto oltre l’orario di uscita e quindi sprovvisti di assicurazione, perché fanno da tappabuchi da una zona sottorganico all’altra delle nostre città. Saltano la pausa pranzo perché altrimenti non riuscirebbero mai a finire il loro giro e consegnare tutta la posta in giacenza. In tempi di Covid-19, a differenza delle api operaie delle grandi multinazionali delle consegne, di solito non hanno in dotazione un palmare ma una bic per far firmare le raccomandate ai clienti.
“Quando uno sa che il contratto è in scadenza è ricattabile – ci spiega uno di loro – e ovviamente cerca di stare zitto e marciare, perché c’è sempre la speranza di poter essere prima o poi assunti”.
Già, le stabilizzazioni. Proprio in questi giorni Poste Italiane ha avviato le procedure per l’assunzione a tempo indeterminato di portalettere o addetti allo smistamento già occupati in precedenza con contratto a termine nel periodo che va dal primo gennaio 2014 al 31 gennaio 2020 e per almeno 9 mesi, continuativi o meno.
A partire dal 28 dicembre i soggetti in possesso dei previsti requisiti possono accedere all’applicativo per la scelta delle province, che per la prima fase resterà attivo fino alla data del 10 gennaio 2021.
Contattata da TPI, l’azienda ha risposto di non avere informazioni da fornire alla stampa riguardo i numeri di questa operazione di stabilizzazione di ex lavoratori precari, perciò gliele forniamo noi: si tratta di 1.124 posti disponibili, di cui 926 part-time e appena 198 a tempo pieno.
Le province interessate per ora sono esclusivamente quelle del Centro-Nord. Ma il dato da tenere in maggiore considerazione dovrebbe riguardare la platea interessata, sulla quale nessuno è in grado di dare risposte certe.
“Saranno almeno 10.000 ma potrebbero anche essere 40.000″, spiega una fonte sindacale. “Poste non lo dice con esattezza”. Per meno di 200 posti full time? “Esatto, ma per me è tutto sballato a monte, con le nuove leggi. C’è un ricorso sproporzionato al part-time o al tempo determinato che maschera alcune carenze strutturali in Poste Italiane, ma la legge lo prevede e oggi non puoi fare neanche più le cause, non puoi più ricorrere”.
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