Il Movimento si è dovuto sporcare le mani fin dal 4 marzo per riuscire a realizzare le sue idee. Ma un conto è sporcarsi le mani, un altro la coscienza. Il Movimento è stato costretto a scendere a patti con la vecchia politica per colpa di una legge elettorale escogitata apposta per frenare la sua ascesa. Prima con la Lega, poi con Pd e compagni e adesso pare perfino con manciate di transfughi. Ormai il Movimento si è fatto il callo ma per l’intellighenzia nostrana questa crisi è l’ennesima occasione per attaccarlo e strillare il consueto mantra che siamo tutti sporchi uguali, evviva. La solita solfa. In qualunque paese civile il progetto democratico del Movimento sarebbe stato applaudito ed incoraggiato, in un paese marcio ed ipocrita come il nostro non hanno ancora smesso di provare a distruggerlo. Certo, nessuno avrebbe voluto vedere il Movimento sopravvivere al governo grazie ad una manciatina di fantomatici “costruttori”, ma basta sollevarsi un pochino i paraocchi per capire come stanno davvero le cose. Non siamo in circostanze ordinarie ma nel bel mezzo di una pandemia globale con centinaia di morti al giorno e una terza ondata alle porte. Provare a tenere in piedi un governo che tra l’altro sta facendo egregiamente il suo dovere, più che senso di responsabilità significa avere un minimo di sale in zucca oltre che un briciolo di cuore. Questa crisi sciagurata è poi frutto di un secondo assurdo Papeete ed è pacifico che il Movimento tenti di resistere all’ennesimo tradimento ed onorare fino in fondo il mandato elettorale ricevuto.
Un conto sono le crisi politiche, un altro sono i voltafaccia poltronistici. Una solfa cinica. Travolta dallo tsunami del 4 marzo, la vecchia politica si è messa a collaborare col Movimento tappandosi il naso e col secondo fine di usarlo per poi sbarazzarsene alla prima occasione utile. Una solfa patetica. Il Movimento al centro che prova a cambiare il paese, la vecchia politica che gli rantola tutt’attorno nel disperato tentativo di stroncarlo e ritornare ai bei tempi. Basterebbe sollevarsi un pochino i paraocchi per capirlo. Il Movimento si è sporcato le mani, ma non risulta che si sia sporcato la coscienza. Non risulta che si sia messo a rubare o tramare con qualche lobby alle spalle dei cittadini. Non risulta che si sia messo ad intrallazzare con le mafie o le massonerie come da tradizione della casa. Non risulta nemmeno che abbia conflitti d’interesse o miri a sfregiare la democrazia per qualche meschino tornaconto. Ma non solo, la presenza del Movimento nei palazzi romani ha costretto la vecchia politica a darsi una calmata. Più per paura di venire svergognata da qualche spione che per ravvedimento, ma sta di fatto l’aria si è fatta più respirabile. Grazie al callo. Nonostante i Papeete. Anche a costo di sopravvivere al governo con una manciata di pseudo “costruttori”. Solfa acida ma non è che gli altri fossero irreprensibili statisti e le drammatiche circostanze impongono perlomeno di provarci. L’intellighenzia nostrana può strillare i suoi mantra fin che vuole, ma non è vero che siamo tutti uguali. In un paese sporco se vuoi concludere qualcosa ti devi sporcare le mani. Ma un conto è sporcarsi le mani, un altro è sporcarsi la coscienza.
Fonte: Tommaso Merlo - Il Movimento e le mani sporche da InAltoICuori.com