È opportuno che un senatore della Repubblica Italiana nel pieno delle sue funzioni viaggi su un jet privato, su invito di un principe saudita, a spese del fondo sovrano di un altro paese per offrire consulenze retribuite quando siamo nel mezzo di una pandemia globale e dopo aver fatto piombare il Governo, di cui lui stesso faceva volontariamente parte, in una crisi che la gran parte dei cittadini comuni ritiene assolutamente ingiustificata oltre che irresponsabile? Con quale credibilità quel senatore (incidentalmente un ex presidente del Consiglio) percepisce denaro sotto forma di regolare compenso come membro del comitato dei garanti di una piattaforma di eventi che si propone di promuovere gli interessi di uno Stato che calpesta i più basilari diritti umani e al contempo dà lezione di morale a noi comuni mortali? Il vuoto politico in cui siamo caduti in queste ore – si sente dire – è giustificato poiché dovuto a una critica “nel merito delle cose” da parte di Matteo Renzi. Ebbene, quali cose? Fuor di polemica, cosa è davvero credibile in quel mazzo di proposte aggiuntive presentate da Italia Viva che avrebbe così tanto apportato una svolta migliorativa al Recovery Plan? Ci basterebbe conoscere una cosa. Ma temiamo di conoscere la risposta: nessuna, perché non esiste. È chiaro a tutti ormai che l’affondo di Renzi non sia affatto una denuncia nel merito delle cose “per il bene del paese e dei nostri figli” quanto piuttosto una crociata unicamente personale e pregiudiziale nei confronti del dimissionario presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Di critiche al premier, nel corso di questi mesi, non ne abbiamo certo risparmiate in primis noi stessi, anche e soprattutto nei giorni più bui, e non si può certo dare per assodato che sia lui la panacea di tutti i nostri mali, ma oggi dobbiamo chiederci: è lecito credere a un uomo come Renzi che fa e disfa ciò che vuole a suo piacimento, quando meglio crede e unicamente nel nome dei suoi stessi interessi (guarda caso questa crisi arriva solo oggi)?
Lo stesso che poi parte per l’Arabia e incassa una regolare parcella per una serie di conferenze annuali che hanno come fine quello di promuovere gli interessi di quella nazione? È credibile che quest’uomo abbia davvero a cuore l’interesse degli italiani, “dei nostri figli”, così come dice?
Chi è Matteo Renzi oggi? Il leader di un importante partito italiano che tiene in bilico la politica italiana e riempie le prime pagine dei giornali (così come legittimo che sia per un politico di razza) oppure un uomo d’affari che mina la credibilità e l’autorità di un esecutivo per poi volare, in quelle stesse ore, nel pieno di una crisi, in un altro paese a spese di un principe saudita per dire la sua sul mondo?
La contemporaneità e il parallelismo in cui avvengono le due cose indica un clamoroso conflitto d’interessi che dovrebbe preoccupare tutti.
Come possiamo essere certi che Renzi agisca in piena autonomia quando verrà chiamato a occuparsi dei rapporti fra l’Italia e l’Arabia Saudita? E questo senza voler fare cattivi pensieri, come ad esempio chi oggi – alla luce di quanto emerso – sospetti che ci fosse qualcosa dietro quella sua crociata per il controllo sui servizi. Se così non fosse, che Renzi chiarisca tutto al più presto.
Il bello è che nella narrativa dei media tradizionali tutto questo teatrino è accettato e passa per un colpo da genio politico. Viene così dipinto anche nel giorno in cui Renzi vola e torna dall’Arabia Saudita pur violando le regole che qualsiasi essere umano è oggi chiamato a rispettare, e per di più si presenta 48 ore dopo niente di meno che dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, senza isolarsi in quarantena, col rischio che generi un focolaio.
C’è di più: Renzi non vuole Conte. Ovviamente lo ha ‘non-detto’ nel senso che sostiene di non avere pregiudizi e di non avere nulla di personale contro il dimissionario presidente del Consiglio, ma al contempo proprio non ne vuole sentir parlare. Il che equivale a dire che ha eccome qualcosa di personale nei confronti del premier dimessosi.
Dunque cosa vuole esattamente Renzi, e cos’ha in testa, appurato che le critiche al Recovery sono poca cosa? Un Governo tecnico vicino a Confindustria che gestisca i fondi del Recovery, (mediati e ottenuti dal Governo Conte)?
È questo l’interesse di un leader politico o di un uomo d’affari che ha entrature e riceve denaro da paesi esteri che non perseguono certo l’interesse degli italiani?
N.B. Ricordiamo ai nostri lettori che ad oggi “il Senato non ha ancora introdotto un codice di condotta che regolamenti (e limiti) le attività extraparlamentari dei senatori, prevenendone eventuali conflitti di interessi. La legge anticorruzione ‘Spazzacorrotti’ (proposta dal MoVimento 5 Stelle) sancisce il ‘divieto di ricevere contributi, prestazioni o altre forme di sostegno provenienti da governi o enti pubblici di Stati esteri e da persone giuridiche aventi sede in uno Stato estero non assoggettate a obblighi fiscali in Italia’. Ma si applica ai partiti politici e non anche ai membri eletti di quelle stesse forze politiche. Cosa si aspetta per colmare questo gap definendo una volta per tutte regole chiare e precise?”, ha ricordato oggi a margine di questa vicenda il direttore di The Good Lobby.
Articolo di Giulio Gambino per TPI.it