“È stata una scelta saggia quella di Mattarella”. Così Matteo Renzi commenta – e apprezza – la decisione del presidente della Repubblica di affidare al presidente della Camera Roberto Fico un mandato esplorativo per verificare se ci sono i numeri per formare una maggioranza in Parlamento, a partire da quella che sosteneva il secondo esecutivo Conte. Avrà tempo fino a martedì. Ma intanto il leader di Italia Viva sotto sotto esulta: un altro giro di consultazioni è quello che serve a Renzi per piazzare le sue pedine e fare le sue mosse. Il senatore di Scandicci alza la posta in gioco nelle trattative della crisi di governo e tace sul viaggio in Arabia Saudita che continua a suscitare polemiche. (Qui tutte le ultime notizie sulla crisi di governo, qui il calendario completo delle consultazioni di Fico). Il M5s fa pace con Renzi. Dopo i veti dei giorni scorsi, il Movimento 5 Stelle ha aperto alla possibilità di tornare al governo con Renzi e la sua Italia Viva. “Non è il momento dei veti, è il momento di fare un passo in avanti tutti insieme e velocemente. Un governo politico con Conte premier”, dice Vito Crimi, parlando al Quirinale dopo l’incontro della delegazione 5 stelle con il capo dello Stato. Ma la rappacificazione dei grillini con Renzi ha creato forti tensioni all’interno del Movimento: Alessandro Di Battista, Barbara Lezzi e Nicola Morra minacciano la scissione. Un problema non da poco per l’attuale maggioranza, “Di Battista ha molto seguito nella base dei 5 Stelle e controlla anche qualche senatore. Non molti, ma se 3 o 4 dovessero uscire dalla maggioranza, la partita dei numeri per un Conte ter inizierebbe in salita”, sottolinea Monica Guerzoni sul Corriere della Sera.
Renzi chiede “discontinuità”
Renzi, a sua volta, dice di non porre veti ma chiede “discontinuità” dalla squadra di governo. E forse anche su Conte. Secondo l’ex premier c’è il tempo per trovare l’intesa su un altro nome. Renzi ripete ai suoi: “Io non ce l’ho con Conte anche se lui ha posto un veto su di me quando pensava di trovare un bel gruppo di responsabili”. E continua a sostenere che il premier sia caduto “non perché a me sta antipatico Conte e io sto antipatico a lui”, ma semplicemente perché è stata palesata la “sua incapacità di fare le cose“.
I ministri nel mirino di Renzi e il sogno di Draghi
Il senatore avrebbe chiesto anche la testa di 2 ministri. Come riportato da Maria Teresa Meli sul Corriere della Sera, nel mirino di Renzi sarebbero finiti Roberto Gualtieri (Economia) e Alfonso Bonafede (Giustizia) e anche il commissario all’emergenza Covid Domenico Arcuri. Renzi, quindi, si siede al tavolo delle trattative. Il leader di Italia Viva sa che ora deve puntare tutto sui programmi e sulla qualità del governo. “Diciamo no alla caccia al parlamentare, diciamo sì alle idee e ai contenuti. No al populismo, sì alla politica”, scrive su Facebook. “Attenzione perché ci potrebbe anche essere qualche sorpresa”, avvertono i renziani e si torna così a parlare anche – e ancora – dell’ex governatore della Bce Mario Draghi, il quale però piuttosto che a Palazzo Chigi “potrebbe finire al Ministero dell’Economia”, scrive il Giornale.
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