Pierpaolo Sileri sente che potrebbero essere i suoi ultimi giorni al ministero della Sanità. Abbiamo imparato a conoscerlo in Tv dove ha trovato casa ed usbergo in piena pandemia. Abbiamo imparato che è un bravo tecnico, come lui stesso si definisce. Non molto comunicativo, con una ritrosia che alcuni scambiano per spocchia, ma certamente preparato e di questi tempi sono doti auree. Nel grattacielo all’Eur costruito da Parnasi non è amato. I mandarinoni del ministero lo temono perché Sileri va in Tv e spiattella tutto senza problemi. Così ha criticato duramente la gestione scaduta e taroccata del piano anti pandemia. NIENTE SCONTI. Lo ha fatto entrando nel merito e dicendo nomi e cognomi, Guerra e D’Amario per esempio. Dice del piano: “Fermo al 2006 per la sciatteria dei dirigenti del ministero. Ora serve un’indagine interna”. Si fa molti nemici, ma serve l’interesse pubblico. Non si nasconde neppure quando c’è da attaccare, se pur indirettamente, il suo ministro Speranza, visto che i papaveroni dipendono da lui. Dunque se dovesse essere defenestrato, come gira voce, sarebbe proprio la nomenklatura ministeriale a brindare e danzare nel grattacielo con vista laghetto. Di lui si apprezza la conoscenza tecnica, è un medico, e il pragmatismo.
Dice chiaramente che la mascherina, purché sia un FFP2, basta a proteggere dalla folla e che i ristoranti dovrebbero riaprire la sera, ma nel contempo ritiene che le regioni debbano rimanere chiuse. Un colpo al cerchio ed uno alla botte. Insomma la gente sa che di lui ci si può fidare. Ma resta il fatto che Sileri ha dato fastidio a molti, troppi e che il potere dei baroni della Sanità non è solo proverbiale, ma è anche implacabile e duro, un maglio che si scaglia contro chiunque osi minacciarlo peggio ancora se l’attacco viene dall’interno, come nel caso del medico Sileri. Ecco perché lo vogliono fare fuori.
Ha contro tutta l’alta lobby burocratica ministeriale e si sa quanto essa sia potente e per certi versi inafferrabile ed indistruttibile. Ricordiamo che nella brutta vicenda del piano antipandemia non aggiornato è stato tirato in ballo anche l’inconcludente direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus che sapeva tutto. Una storia che ha visto invischiato anche il ministro Roberto Speranza. La pandemia ancora corre e sacrificare uno dei pochi tecnici – politici competenti appare un insulto alla razionalità, ma si sa come funzionano le cose nel nostro Paese. Più sei bravo, più ti esponi e più rischi che qualcuno te la faccia pagare anche solo per invidia.
“Toglietemi tutto ma non Sileri” ha detto Myrta Merlino e lui ha risposto, sempre timidamente imbarazzato “Ne sono lusingato”. Quasi scusandomi del complimento ricevuto. Ecco vorremmo che tutti fossero come lui, mogi, modesti, ma efficienti. Perché il politico non deve essere simpatico, ma deve risolvere bene i problemi, per questo la comunità lo paga con le sue tasse. Sileri è una risorsa per l’Italia e non facciamocelo sfuggire visto di cosa c’è in giro a livello di conoscenza e competenza. Lui è stata una scoperta dei Cinque Stelle come del resto Giuseppe Conte.
Speriamo quindi che Super Mario tenga nella dovuta considerazione l’umile, ma efficace lavoro di questo dottore di Tor Vergata, periferia est di Roma, e lo premi adeguatamente lasciandolo al suo posto. Anzi, Sileri in un Paese normale dovrebbe fare il Ministro, soprattutto quando di mezzo c’è la Salute. Ma non ci facciamo illusioni. “La vita è dura per i troppo buoni”, recitava uno slogan pubblicitario sui biscotti che ben si adatta a questo caso.
Articolo di Giuseppe Vatinno per LaNotiziaGiornale.it