Chi sosteneva che durante i due Governi Conte il Parlamento è stato esautorato a colpi di decreti è destinato a ricredersi. L’Osservatorio sulla legislazione della Camera, che dà supporto tecnico al Comitato per la legislazione attualmente presieduto dal dem Stefano Ceccanti (nella foto), analizzando quanto accaduto in questa prima parte della legislatura e confrontandolo con lo stesso periodo delle due legislature precedenti, ha infatti appurato che per quanto riguarda proprio la decretazione d’urgenza, nonostante gli stravolgimenti apportati alla stessa attività parlamentare dalla pandemia, è aumentata la “capacità trasformativa” del Parlamento. Dall’inizio della legislatura i decreti legge sono cresciuti in media di 54 commi rispetto ai 31 dello stesso periodo della legislatura precedente e ai 25 della XVI. I parlamentari non hanno dovuto quindi semplicemente avallare o respingere le scelte dell’esecutivo, ma hanno avuto modo di intervenire e di modificare le norme.
Tutto nonostante sempre in questa prima parte della legislatura, per via proprio dell’emergenza coronavirus, sia aumentato il peso percentuale delle leggi di conversione dei decreti-legge, attestandosi al 36%, mentre la percentuale nella XVII legislatura era del 33% e nella XVI del 31%. L’iter infine è diventato più spedito. L’esame parlamentare dei decreti-legge si è infatti sempre più concentrato in un solo passaggio in ciascuna Camera, diventando residuale il ritorno nella prima Camera di esame.
Articolo di Clemente Pistilli per LaNotiziaGiornale.it