Il segretario dem vuole il presidente della Camera Fico, anima di sinistra del M5s. Ma lui fa sapere: “Continuità con il mio ruolo istituzionale”. Intanto il fondatore del Movimento Beppe Grillo fa un nuovo endorsement all’attuale presidente del Consiglio: “Ha i requisiti”. Cerno (Pd): “Non è un veto alla persona, Conte 2.0 è cosa diversa da Conte bis”. Proseguono i contatti tra i partiti. I due leader in mattinata si sono parlati al telefono. Il capo politico dei 5 stelle insiste sul nome del presidente del Consiglio uscente, il segretario dem ribadisce il suo no ma valuta "soluzioni" sotto la pressione dei suoi. E i grillini dicono di intravedere "spiragli". Il senatore Cerno (Pd): "Si valuti Conte 2.0". Grillo elogia di nuovo il premier: "Ha tutti i requisiti". Ladini al Corriere: "Ha coraggio politico". E il sondaggio Winpoll per il Sole 24 ore rileva un crollo del Carroccio di cinque punti in un mese.
Terzo giorno di trattative Pd-M5s e il nodo è ancora la scelta del presidente del Consiglio che dovrebbe guidare il governo giallorosso. In mattinata, dopo che dal fronte democratico è arrivata la proposta di puntare su Roberto Fico, c’è stata una telefonata tra Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti. Il capo politico 5 stelle è rimasto fermo sulla sua linea: “Tutto il Movimento è leale a Giuseppe Conte, nostro unico nome”. Il segretario democratico ha risposto ribadendo il suo “no” e pur esprimendo “malessere per i continui ultimatum”, ha anche fatto sapere che “si cerca una soluzione”. Tanto che Di Maio ai suoi ha parlato di “spiragli” possibili, perché nel Partito democratico cresce il fronte di chi appoggia Conte. Una delle possibilità in campo, come è emerso dall’intervento del senatore dem Tommaso Cerno, è quella di andare “oltre il veto alla persona”, ma chiedere “discontinuità” a livello di programma e contenuti: “Se sarà un Conte bis la vedo difficile”, ha dichiarato, “ma un Conte 2.0 sarebbe un’altra cosa”. I renziani intanto, hanno ufficialmente fatto sapere di sostenere la linea del segretario, anche se fonti interne hanno dichiarato poco dopo: “Zingaretti accetti la sfida del M5s, dia il via libera a Conte. Svolta sia sui contenuti e sulla compagine ministeriale”. E pure: “Il Pd deve mantenere la barra dritta, e lavorare ad una alleanza riformatrice, anche con Conte premier”. Insomma, una vera e propria apertura.
“Se c’è discontinuità sul programma, il Pd media sul nome del premier. Si faccia Conte 2.0” – Nel Pd la tensione è molto alta e Dario Franceschi su Twitter ha rilanciato una foto della Nazionale di calcio ai Mondiali dell’82 e la scritta: “Come allora Zoff, il silenzio stampa porta fortuna. Parla solo il segretario”. E’ stato rilanciato sia da Renzi che da Gentiloni, gli altri due registi di queste ore. Il no di Zingaretti a Conte, non è condiviso da larga parte del gruppo parlamentare. Sono in tanti, non solo tra i renziani, a ritenere che la conferma del premier uscente sia la soluzione migliore.Dopo la telefonata tra Di Maio e Zingaretti, è intervenuto il senatore Cerno provando a spostare i margini della trattativa e chiedendo che la “vera discontinuità” venga richiesta “sui contenuti”: “Non mi pare che il no a Conte bis sia un veto alla persona”, ha dichiarato, “piuttosto servono garanzie sulla discontinuità con il governo gialloverde. Il programma condiviso e le finalità culturali e politiche del governo sono il tema. Altrimenti Conte bis avrebbe un significato un po’ oscuro. Alla luce di questo valuteremo a migliore guida per il governo”.