Venticinque anni dopo Umberto Bossi, a Pontida, che "ha sempre segnato la storia del centrodestra", Matteo Salvini apre "una lunga guerra di posizione per riconquistare il potere volontariamente ceduto a Pd e Cinque Stelle". Bruno Vespa nel suo editoriale su Il Giorno scrive che "una guerra di posizione - come fu la Grande Guerra - è lunga, ma punteggiata di battaglie che risulteranno a un certo punto decisive per l'esito finale". La prima battaglia sarà alle elezioni regionali. "Per il Pd le elezioni in Umbria del 27 ottobre sono come il Grappa", "l'Umbria è rossa dal 1948, come la Toscana e l'Emilia Romagna. Perderla a meno di due mesi dalla nascita del nuovo governo sarebbe pesante". E mentre il Pd, continua il direttore di Porta a Porta, "si chiede se dopo la sfuriata ieri sera dei suoi sulla distribuzione dei sottosegretari Renzi stia rivalutando lo scisma temuto da Zingaretti, l'opinione pubblica segue poco queste manovre ed è attenta come sempre ai fatti. E i fatti oggi hanno due nomi: immigrazione e soldi".
Ecco le altre due battaglie. "I Cinque Stelle non vogliono cambiare linea rispetto ai 'porti chiusi'. I Democratici la pensano all'opposto. Vedremo se e in quali termini l'Europa farà quel che ha sempre rifiutato: l'automatismo della distribuzione dei migranti". Infine, "i soldi sono pochi: salvata l'Iva restano briciole. Vedremo a chi andranno: solo ai lavoratori dipendenti?", e "verrà corretto il reddito di cittadinanza e come? Quando andrà via l'ultimo pensionato di Quota 100?". Insomma, "la guerra continua" come disse Badoglio.
da articolo di Liberoquotidiano.it