Non è affatto detto che la lettera di Giuseppe Conte all’Unione Europea parta già domani sera. Le necessità di condivisione della risposta italiana alle osservazioni della Ue verrà messa a punto, con ogni probabilità, dopo un nuovo incontro del presidente del Consiglio con i suoi due vice, Matteo Salvini e Luigi Di Maio. E dunque, potrebbe slittare a dopo mercoledì, giornata campale. In cui alle 20 è fissato il consiglio dei ministri e addirittura più tardi la delicata riunione sui temi della Giustizia tra il ministro stellato Bonafede e quella leghista Bongiorno. Resta il fatto che l’agenda economica del governo è serrata.
Claudio Borghi, il presidente della commissione Bilancio della Camera, la mette così: «Con l’Europa, le questioni vanno dall’assegnazione all’Italia di un commissario economico, al membro del board della Bce fino alla discussione sulle regole». Nel senso che «vanno ridiscussi alcuni indicatori come quello sul pil potenziale. E poi, lo scorporo degli investimenti dal patto di stabilità: fino ad oggi non si è riusciti a farlo in maniera esplicita, si potrebbe provare in maniera creativa facendo approvare dal Parlamento europeo un elenco di 100 grandi opere finanziate direttamente dalla Bei».
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dall'articolo di Marco Cremonesi e Claudia Voltattorni per Corriere.it