Matteo Salvini nella sua visita lampo negli Usa ha cercato in tutti modi di accreditarsi con la Casa Bianca come il più fedele sostenitore dell’attuale amministrazione e del suo presidente tra i leader politici in Europa occidentale. Un piccolo Trump. È stato preceduto dai dati sulle politiche anti-immigrati, simili a quelli del suo mentore, con gli arrivi diminuiti ai minimi storici e i rimpatri forzati aumentati. A onore del vero va detto che lo stesso Salvini, in un’intervista con la Cnn, ha preso le distanze da Trump su un punto riguardo alle politiche anti-immigrazione: la separazione delle famiglie, i bambini irregolari da una parte, i genitori da un’altra. Un punto sul quale non è d’accordo con il presidente americano.
L’economia è il piatto forte che accomuna Trump e Salvini, come lui stesso ha continuato a ripetere nella capitale federale. Il leader della Lega Nord vuole che nella prossima manovra ci siano dei tagli fiscali, la flat tax di cui si parla da tempo, «tagli importanti che non saranno per tutti ma per molti, per le famiglie e per le imprese». Ha ricordato i meriti della riforma della tassazione societaria decisa da Trump, entrata in vigore nel gennaio del 2018, che ha tagliato le imposte alle aziende americane dal 35% al 21 per cento. L’unica vera grande riforma attuata da Trump che - riconosciuto da tutti e ricordato dallo stesso Salvini - ha dato la spinta all’economia americana e alla crescita del Pil Usa arrivata nello stesso anno oltre il 3 per cento.
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dall'articolo di Riccardo Barlaam per IlSole24ore.com