La giustizia è balzata in cima alla scala delle priorità. E così Csm, intercettazioni, fasi del processo penale, carriere dei magistrati, è stato il menù del vertice tra Giuseppe Conte, Matteo Salvini, Luigi Di Maio e poi i ministri Alfonso Bonafede e Giulia Bongiorno. Alcuni paletti, il Guardasigilli li ha fatti circolare alla vigilia: nessun margine per una separazione delle carriere (cavallo di battaglia degli avvocati penalisti, sponsorizzati da Forza Italia e Lega); il tema è stato sviscerato tra i due partiti quando fissarono i punti del famoso Contratto di governo. «Non ci fu accordo all’epoca - ha ricordato Bonafede ai suoi - sarebbe quantomeno scorretto ritirare fuori la questione».
Lo stesso dicasi per le intercettazioni: c’è già un tavolo tecnico al lavoro, il ministero si riserva qualche mese prima di partorire una sua proposta. Si partirà così dalla riforma che Bonafede ha nel cassetto. Un pacchetto di modifiche più o meno significative, alcune molto tecniche, per accelerare i tempi dei processi e permettere quello stop alla prescrizione che decorrerà dal 1 gennaio dell’anno prossimo: imporre una data certa per l’inizio e la fine delle indagini preliminari; una discovery completa degli atti a beneficio dell’indagato tre mesi prima della fine dell’indagine; dopo la prima, notifiche soltanto agli avvocati difensori e per mail; avvio del processo penale telematico.
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dall'articolo di FRANCESCO GRIGNETTI per LaStampa.it